Cese (Preturo - L’Aquila)

Appunti sul paese

Preturo era comune autonomo fino al 1927, anno in cui il suo territorio, comprendente il tenimento della Forcella (Santi, Casaline e Menzano), quello di San Marco (con Pozza), nonché le ville di Colle e di Cese, venne inglobato nel comune dell'Aquila. Sia il capoluogo, che tutte le sue frazioni, sono centri di dialetto aquilano.

Il nome di Preturo è citato per la prima volta in un documento del Monastero di Farfa del sec. X (...Praetorium...) Il toponimo viene comunemente ricondotto al latino praetorium 'dimora del pretore', e poi 'casa signorile di campagna', ed indica il nucleo iniziale del futuro insediamento. La prima sua menzione come castrum è invece del sec. XII. Ma prima (sec. XI) in un documento si cita un castellum del Monte Aureo, che può indicare la fase iniziale di quello stesso castrum, che poi prese il nome dalla località praetorium, oppure un castello distinto, situato magari nella zona di Monte Rua.

La parrocchiale di Preturo, eretta nel sec. XII, è intitolata a San Pietro e conserva in cattive condizioni alcuni affreschi della fine del sec. XV, oltre ad una caratteristica facciata. I ruderi del Castello (sec. XII) sono ancora visibili nella parte alta del paese.

Appunti sul territorio

Il tenimento montano di Preturo occupa una ridotta porzione della montagna della torrétta (1102 m), a monte dei tre abitati di Preturo, Cese e Colle.

La montagna fa parte dell'allineamento alla destra orografica della vallata forcellana, e comprende la seconda cima, poco più bassa (1086 m), della crocétta.

Non è segnalata presenza di sorgenti in questo territorio, mentre esse sono numerose nella pianura di Cese, ed anche presso il capoluogo. Notevole è, invece, la presenza della chiesetta della Madonnella, poco sopra Preturo, nella quale si venera un'antica immagine raffiugurante lo Sposalizio della Vergine.

L'unico sentiero CAI della zona è il n° 7 che, da Preturo, porta alla cima di Monte Cavola.

La toponomastica

La montagna della Torretta
1. La montagna che si eleva sopra gli abitati di Cese e Preturo è indicata sulla cartografia ufficiale IGM come la Torretta (1086 m). In realtà, nella toponomastica locale, la torrétta è la cima più elevata della stessa montagna (1102 m), che però è situata più ad ovest, quasi ai confini con Scoppito. In effetti, il toponimo in questione si riferisce alla morfologia del sito, simile a torre svettante.

2. La cima più bassa (1086 m) è invece chiamata a Cese piàno èna, perché costituita da un ripiano sommitale, retto da fasce di roccia. Il tipo toponimico vena si applica generalmente a tali situazioni, in origine indicando tanto il 'meato d'acqua sorgiva fra le rocce', quanto la 'pietraia, il filone di pietra da cavare'. Entrambi i significati sono propri anche dell'italiano vena.

3. Alla base della montagna della Torretta ci sarebbe, ma non è segnata nella cartografia IGM, una cava detta renàle. Si tratterebbe di una cava di rena, di sabbia, visto il toponimo, che è formato col suffisso -alis molto prolifico.

4. Ad ovest della cima della Torretta, la cresta spartiacque si deprime al valico della Portella (1003 m), che mette in comunicazione Scoppito e Cese con San Marco e la Forcella. Oggi il valico è raggiunto da una carrareccia, seguita dall'itinerario CAI n° 7A, che parte da Santa Dorotea di Scoppito. Questa si è sovrapposta, però, ad una mulattiera, detta ju carràcciu. Il toponimo è un derivato di carro (come ad esempio Forca Carrara in altro massiccio).

5. Il cocuzzolo a monte dell'abitato di Preturo (857 m), che domina anche il cimitero, è ju castégliu. L'origine di tale nome, riportato anche sulla cartografia IGM come Castello, sarà da attribuirsi alla morfologia della cima, piuttosto che alla presenza di un vero castello che, invece, si trovava - e vi sono ancora dei resti - nella parte alta del paese.