Geo-storia amministrativa d'Italia: Campania

Samnium (428K)

Municipia

Seguendo Plino (N.H., III, 112) ho considerato le seguenti comunità: (1.) Sinuessa, (18.) Volturnum, (19.) Liternum, (20.) Cumae, (21.) Misenum, (22.) Puteoli, (23.) Neapolis, (24.) Herculaneum, (29.) Pompeii, (28.) Nuceria, (31.) Surrentum, (13.) Capua, (2.) Suessa, (4.) Venafrum, (3.) Teanum Sidicinum, (25.) Nola, (27.) Abellinum, (16.) Acerrae, (5.) Allifae, (17.) Atella, (26.) Abella, (8.) Caiatia, (10.) Cales, (7.) Cubulteria, (11.) Forum Popilii, (15.) Suessula, (6.) Telesia, (9.) Trebula Balliensis, (12.) Urbana, (30.) Stabiae, (33.) Salernum, (34.) Picentia, alle quali ho aggiunto (32.) un municipio antenato di Amalfi, forse l'ager Alfaternus, e (14.) Calatia, che non sembra citata da Plinio forse per confusione con Caiatia. Inoltre erano nel dominio imperiale le isole Pontiae, Pandataria e Capreae.

Confini

1. Il confine di Sinuessa (Torre S. Limato, Cellole) con Minturnae sono descritti in questa pagina. Con Suessa ho preso il tracciato della via Appia parallela alla costa. Con Forum Popilii ho preso il confine diocesano medievale tra Sessa e Carinola al M. Cicoli. Sinuessa si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce del Garigliano ed il M. Cicoli.

2. I confini di Suessa (Sessa Aurunca) con Minturnae sono descritti in questa pagina, mentre quelli con Sinuessa sono stati appena descritti. Con Forum Popilii ho preso il limite diocesano medievale tra Sessa e Carinola, attestato sul crinale del M. Massico. Tra Suessa e Teanum ho pure seguito i limiti diocesani tra Sessa e Teano, lungo la serra di M. Frascara e di qui al Garigliano.

3. Il confine di Teanum Sidicinum (Teano) con Suessa è stato appena descritto, mentre quelli con Minturnae, Interamna e Casinum sono descritti questa pagina. Con Venafrum ho seguito i limiti diocesani medievali tra Teano e Venafro, che corrono lungo la catena di M. Cesina e raggiungono il Volturno alla Scafa. Con Allifae ho pure preso il limite diocesani medievali tra Teano ed Alife costituito dal F. Volturno. Con Cubulteria e Trebula ho seguito i limiti diocesani tra Teano e Caiazzo lungo lo spartiacque orientale e meridionale del bacino del Rio di Petramelara. Tra Teanum e Cales ho pure seguito i limiti diocesani con Calvi, lungo il crinale culminante col M. Maggiore e poi il Savone di Assano. Con Forum Popilii il confine è quello diocesano tra Teano e Carinola sul Rio Persico.

4. I confini di Venafrum (Venafro) con Teanum sono stati appena descritti, quelli con Casinum ed Atina sono descritti in questa pagina, mentre quelli con Aufidena ed Aesernia in questa pagina. Con Allifae ho seguito i limiti diocesani medievali tra Venafro ed Alife, che rimontano la dorsale di M. Caselle, seguono lo spartiacque tra il F. Sava ed il F. Lete attraverso il piano di Prata, seguono il crinale del C.le la Croce e scendono al Volturno alla Scafa.

5. I confini di Allifae (Alife) con Teanum e Venafrum sono stati già descritti, mentre quelli con Aesernia e Bovianum nella Regio IV sono descritti in questa pagina. Tra Allifae e Telesia ho seguito i limiti diocesani medievali tra Alife e Telese, che scendono dal Matese lungo lo spartiacque tra F. Volturno e T. Titerno, per poi attestarsi sul T. Advento. Con Cubulteria il confine è naturale (F. Volturno).

6. I confini di Telesia (Telese Vetere, S. Salvatore Telesino) con Allifae sono stati appena descritti, mentre quelli con Bovianum e Saepinum nella Regio IV sono descritti in questa pagina. Con i Ligures Baebiani e Beneventum nella Regio II ho preso i limiti diocesani medievali tra Cerreto e Morcone-Benevento, i quali scendono lungo lo spartiacque tra Titerno e Tàmmaro fino al M. Coppe, seguono il T. Lente fino alla confluenza nel F. Calore, risalgono il Calore stesso fino alla stretta di S. Stefano, guadagnando poi il crinale del Camposauro. Con Saticula nella Regio II ho seguito i limiti naturali del bacino del T. Maltempo (quantunque l'odierno Frasso era in diocesi di S. Agata). Con Cubulteria e Caiatia il confine è naturale (F. Volturno).

7. I confini di Cubulteria (S. Ferdinando, Alvignano) con Teanum, Allifae e Telesia sono stati già descritti. Con Caiatia ho seguito G. Renda nel prendere come limite una linea che passa dal Volturno al M. Grande traversando il T. Tella, e di qui al dosso della Defensa. Con Trebula il confine è dato dal crinale dei Monti Trebulani.

8. I confini di Caiatia (Caiazzo) con Cubulteria e Telesia sono stati già descritti. Con Saticula nella Regio II e Calatia il confine è naturale (F. Volturno). Con Trebula ho seguito G. Renda nel prendere il corso del T. Pisciarello fino alla Defensa.

9. I confini di Trebula Balliensis (Treglia, Pontelatone) con Teanum, Cubulteria e Caiatia sono stati già descritti. Con Capua il confine è naturale (F. Volturno). Con Urbana e Cales ho preso il crinale dei Monti Trebulani a partire dalla stretta di Triflisco, che fu anche limite diocesano medievale di Caiazzo con Capua e Calvi.

10. I confini di Cales (Calvi Vecchia, Calvi Risorta) con Teanum e Trebula sono già stati descritti. Con Urbana ho seguito i limiti diocesani medievali tra Calvi e Capua. Tra Cales e Forum Popilii il confine è naturale (F. Savone).

11. I confini di Forum Popilii (Civitarotta, Carinola) con Sinuessa, Suessa, Teanum e Cales sono stati già descritti. Con Urbana ho preso il confine diocesano tra Carinola e Capua tra i torrenti Savone ed Agnena. Con Volturnum il confine è dato dal T. Agnena fino alla foce. Forum Popilii si affacciava dunque sul Tirreno tra il M. Cicoli e la foce dell'Agnena.

12. I confini di Urbana (Masseria S. Aniello, Francolise) con Trebula, Cales e Forum Popilii sono stati già descritti. Con Volturnum ho preso una linea arbitraria intermedia tra Agnena e Volturno, l'attuale strada di Cancello. Con Capua il confine è certamente naturale (F. Volturno).

13. I confini di Capua (S. Maria Capua Vetere) con Caiatia, Trebula e Urbana sono stati già descritti. Con Volturnum ho seguito l'attuale strada di Cancello fino ai Regi Lagni. Con Liternum ed Atella ho preso il limite naturale e diocesano tra Capua ed Atella dato dai Regi Lagni, l'antico fiume Clanius. Con Calatia ho seguito il limite diocesano medievale tra Capua e Caserta, in parte attestato sul M. Tifata.

14. I confini di Calatia (Galazze, Maddaloni) con Caiatia e Capua sono stati già descritti. Con Atella ed Acerrae ho preso i Regi Lagni come confine, ripreso da quello diocesano medievale tra Caserta e Suessula-Acerra. Tra Calatia e Suessula ho seguito ancora i limiti diocesani, che passavano sul M. Decoro e il Can. di Carmigliano. Con Saticula nella Regio II il confine è ancora ricostruibile a partire dai limiti tra le diocesi medievali di Caserta e S. Agata, i quali seguivano il crinale di M. Calvi e M. Castello e da ultimo il T. Linara fino al Volturno.

15. Il confine di Suessula (Calabricito, Acerra) con Calatia sono stati appena descritti. Con Acerrae ho preso il Lagno di Pizzopontone, un confine naturale intermedio tra le due città vicine. Il confine con Nola ed Abella è dato dai limiti diocesani medievali tra S. Agata e Nola, coincidenti con l'attuale confine provinciale. Con Caudium e Saticula nella Regio II ho preso una linea che scende dal crinale del Partenio alle Forche Caudine e poi risale sul crinale che oggi segna il confine provinciale.

16. I confini di Acerrae (Acerra) con Suessula e Calatia sono stati già descritti. Con Atella ho seguito il limite diocesano medievale tra Acerra ed Atella, attestato sul Lagno vecchio. Per confine con Nola ho pure preso il limite della diocesi, che comprendeva solo l'attuale comune di Acerra e la frazione di Licignano.

17. I confini di Atella (Castellone, S. Arpino) con Acerrae, Calatia e Capua sono stati già descritti. Come confine con Liternum ho preso il limite diocesano medievale tra Atella e Patria, che lasciava ad Atella gli attuali comuni di Gricignano, Cesa, S. Antimo e Melito. Con Neapolis ho preso un confine più avanzato rispetto al limite diocesano di Aversa, diocesi nella quale Atella confluì nel 1053, comprendente anche gli attuali comuni di Arzano, Casavatore e Casoria (tranne S. Arpino). Anche con Herculaneum mi sono attenuto ai limiti diocesani, che ingobano in Atella anche Afragola.

18. I confini di Volturnum (Castel Volturno) con Forum Popilii, Urbana e Capua sono stati già descritti. Con Liternum ho seguito il confine naturale dei Regi Lagni, l'antico fiume Clanius. Volturnum si affacciava dunque sul Tirreno tra le foci dell'Agnena e del Clanius.

19. I confini di Liternum (Arenaria, Giugliano in Campania) con Volturnum, Capua ed Atella sono stati già descritti. Con Neapolis, Puteoli e Cumae non ho seguito i limiti diocesani medievali tra Aversa (che inglobò Patria-Literno nel 1053) e Napoli, ma la linea più avanzata dell'alveo di Quarto, che lascia a Liternum anche i centri odierni di Quarto, Villaricca, Mugnano, Marano e Calvizzano. Liternum si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce del Clanius e quella dell'antico alveo di Quarto (Lìcola).

20. I confini di Cumae (Cuma, Pozzuoli) con Liternum sono stati appena descritti. Con Puteoli il confine doveva correre lungo il sistema di alture dei Campi Flegrei culminante col M. Gauro, fino al Lago Lucrino che apparteneva a Cumae. Con Misenum ho preso lo stretto di Baia, lasciando quest'ultima a Cumae. Cumae si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce dell'antico alveo dei Camaldoli ed il Lago del Fusaro, ed inoltre tra Baia ed il Lago Lucrino.

21. L'unico confine terrestre di Misenum (Miseno), quello con Cumae è stato appena descritto. A Misenum apparteneva probabilmente l'isola di Procida.

22. I confini di Puteoli (Pozzuoli) con Cumae e Liternum sono stati già descritti. Con Neapolis ho seguito il limite tra le diocesi medievali di Pozzuoli e Napoli, che lascia a Puteoli i quartieri di Nisida, Fuorigrotta, Bagnoli, Pianura e Soccavo. Puteoli si affacciava dunque sul Tirreno tra il Lago Lucrino e la P.ta del Cavallo.

23. I confini di Neapolis (Napoli) con Atella, Liternum e Puteoli sono stati già descritti. Con Herculaneum ho preso il corso del F. Sebeto (orientale, quello che sfociava all'attuale Ponte della Maddalena). Neapolis si affacciavava dunque sul Tirreno tra la P.ta del Cavallo e la foce del Sebeto. Il municipium di Neapolis comprendeva inoltre l'isola d'Ischia.

24. I confini di Herculaneum (Ercolano) con Neapolis e Atella sono stati già descritti. Con Nola ho preso i limiti diocesani medievali tra Napoli e Nola, che lasciavano il Sebeto tra Casalnuovo e Licignano e passavano tra gli attuali centri di Pollena-Trocchia e S. Anastasia, fino alla sommità del Vesuvio. Con Pompeii non ho preso il limite tra le diocesi medievali di Napoli e Nola, che dal Vesuvio scendeva tra Boscotrecase e Boscoreale fino a Torre Annunziata, ma seguendo Beloch una linea meno avanzata che lascia Boscotrecase (con Trecase) a Pompeii. Herculaneum si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce del Sebeto e gli scogli di Prota.

25. I confini di Nola (Nola) con Suessula, Acerrae e Herculaneum sono stati già descritti. Con Pompeii ho seguito Beloch nel prendere una linea che va dal Vesuvio al F. Sarno sopra Striano. Con Nuceria il confine è dato dal crinale del Pizzo d'Alvano. Con Abellinum ho seguito il limite diocesano medievale di Nola con Benevento e Salerno, attestato sullo spartiacque occidentale del T. Solofrana. Tra Nola ed Abella ho preso come confine la dorsale di M. Pizzone-M. Donico, il corso superiore del Lagno del Gaudo ed infine le pendici di M. Fellino.

26. Il confine di Abella (Avella Vecchia) con Suessula e Nola sono stati già descritti. Con Abellinum ho seguito il limite naturale soggiacente a quello fra le diocesi medievali di Nola ed Avellino, cioè lo spartiacque tra il Clanio ed il T. Sabato. Il confine con Caudium nella Regio II seguen naturalmente la catena del Partenio.

27. I confini di Abellinum Protropi (Civita, Atripalda) con Abella e Nola sono stati già descritti. Con Nuceria ho preso il limite tra le antiche diocesi di Avellino e Nocera sul crinale di M. Salto. Come confine con Salerno ho seguito, ad esempio, M. Di Maio e l'ho preso sulla Serra di Montoro. Con il municipio antenato di Montella nella Regio II ho seguito lo spartiacque tra Sabato e Calore, che fu anche limite diocesano tra Salerno e Montella. Con Aeclanum nella Regio II non ho seguito gli irregolari limiti diocesani tra Avellino e Benevento, che devono essere tardi, ma il limite naturale dato dallo spartiacque tra i fiumi Sabato e Calore. Con Beneventum ho seguito lo stesso spartiacque fino ad attraversare il F. Sabato alla stretta di Tufo, e poi lo spartiacque tra Sabato e T. Avella fino al Partenio, che è il limite naturale soggiacente al confine medievale tra le due diocesi.

28. I confini di Nuceria Alfaterna (Nocera Superiore) con Abellinum, Nola e Pompeii sono stati già descritti. Con Stabiae ed il municipio antenato di Amalfi ho preso i limiti delle diocesi medievali di Nocera e Amalfi (con Lettere). Con Salernum ho pure seguito i limiti diocesani, attestati per lo più su limiti naturali.

29. I confini di Pompeii (Pompei) con Herculaneum, Nola e Nuceria sono stati già descritti. Con Stabiae ho seguito il corso del F. Sarno. Pompeii si affacciava dunque sul Tirreno tra gli scogli di Prota e la foce del Sarno.

30. I confini di Stabiae (Castellammare di Stabia) con Pompeii e Nuceria sono stati già descritti. Con il municipio antenato di Amalfi ho seguito il limite naturale del crinale dei Monti Lattari dal M. Cerreto al M. S. Angelo a Tre Pizzi. Con Surrentum ho pure seguito un limite naturale, dato dal crinale di M. Faito. Stabiae si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce del F. Sarno e la Punta Orlando.

31. Il confine di Surrentum (Sorrento) con Stabiae è stato appena descritto. Come confine col municipio antenato di Amalfi ho preso il limite diocesano antico tra le due città. Surrentum è bagnata per tre lati dal Tirreno, dalla Punta Orlando alla Punta Germano.

32. I confini del municipio antenato di Amalfi con Surrentum, Stabiae e Nuceria sono stati già descritti. Con Salernum ho preso il limite tra le diocesi medievali di Amalfi e Salerno, lungo il crinale di M. Finestra. Questo municipio si affacciava dunque sul Tirreno tra la Punta Germano ed il Capo d'Orso.

33. I confini di Salernum (Salerno) con il municipio antenato di Amalfi, Nuceria ed Abellinum sono stati già descritti. Con Picentia ho seguito dapprima lo spartiacque tra T. Sordina e F. Picentino, e poi la valle del primo di questi fino alla foce. Salernum si affacciava dunque sul Tirreno tra Capo d'Orso e la foce della Sordina.

34. I confini di Picentia (Picenza, Pontecagnano-Faiano) con Salernum ed Abellinum sono stati descritti già. Con il municipio antenato di Montella e con Compsa ho seguito lo spartiacque tra Tusciano e Calore culminante col M. Cervialto ed il M. Polveracchio, che fu anche limite diocesano medievale di Salerno con Benevento e Conza. Con Eburum ho seguito il corso del F. Tusciano, dalla sorgente sotto il M. Polveracchio alla foce. Picentia si affacciava dunque sul Tirreno tra le foci della Sordina e del Tusciano.

Riferimenti

  • G. Renda, Il territorio di Caiatia, in Carta archeologica e ricerche in Campania, I, Roma 2004.