Geo-storia amministrativa d'Italia: Etruria

Etruria (433K)

Municipia

Seguendo Plino (N.H., III, 71) ho considerato le seguenti comunità: (51.) Luna, (50.) Luca, (49.) Pisae, (38.) Populonium, (30.) Cosa, (20.) Graviscae, (15.) Castrum Novum, (14.) Pyrgi, (13.) Caere, (2.) Alsium, (1.) Fregenae, (9.) Falerii Novi, (7.) Lucus Feroniae, (36.) Rusellae, (40.) Sena, (11.) Sutrium, (44.) Arretium Vetus, (16.) Aquae Taurinae, (17.) Blera, (43.) Cortona, (6.) Capena, (41.) Clusium Vetus, (46.) Faesulae, (26.) Ferentum, (24.) Fescennium, (25.) Hortae, (32.) Heba, (10.) Nepet, (5.) Novem Pagi, (12.) Forum Clodii, (48.) Pistoria, (42.) Perusia, (34.) Suana, (35.) Saturnia, (33.) Statonia, (19.) Tarquinii, (22.) Tuscana, (37.) Vetulonium, (4.) Veii, (28.) Visentium, (39.) Volaterrae, (29.) Vulci, (27.) Volsinii alle quali, seguendo M. Lopes Pegna, ho aggiunto (3.) Careiae, (8.) Falerii Veteres, (21.) Forum Aurelii, (18.) Forum Cassii, (23.) Sorrinum e (47.) Florentia, nonché, contro l'opinione dello studioso suddetto, (31.) Telamo. Tra le restanti comunità citate da Plinio, ho attribuito il grande spazio che appartenne dapprima alla lucumonia di Clusium e in epoca medievale alla diocesi di Arezzo (ma a Siena per il civile) ad una o entrambe delle comunità di (45.) Arretium Fidens e Arretium Iulium. Non ho potuto fare altrettanto per Clusium Novi. Restano sconosciute le comunità pliniane degli Amitinenses (forse nel Latium) e dei Subertani.

Confini

1. I confini di Fregenae (Maccarese, Fiumicino) con Ostia e Roma sono descritti in questa pagina. Con Careiae ho preso i confini tra le diocesi medievali di Porto e Silva Candida, corrispondenti grosso modo alla via Aurelia. Con Alsium ho scelto quale linea intermedia il corso del F.so delle Canale. Fregenae si affacciava dunque sul Tirreno tra la Fossa Traiana ed il F.so delle Canale.

2. Il confine di Alsium (Palo, Ladispoli) con Fregenae è stato appena descritto. Con Careiae ho seguito il limite diocesano medievale tra Cerveteri e Silva Candida. Con Caere ho preso la via Aurelia, seguendo un'ipotesi di N. Christie. Come confine con Pyrgi ho preso arbitrariamente il F.so di Zambra. Alsium si affacciava dunque sul Tirreno tra il F.so delle Canale ed il F.so di Zambra.

3. Il confine di Careiae (S. Maria di Galeria, Roma) con Roma è descritto in questa pagina, mentre quelli con Fregenae ed Alsium sono stati appena qui descritti. Con Caere ho seguito il limite diocesano medievale tra Silva Candida e Cerveteri. Con Forum Clodii il confine è ancora quello diocesano con Monterano, lasciando a Careiae uno sbocco sul lago di Bracciano presso Galera di Anguillara (ancora nel XIX sec. in diocesi di Porto e S. Rufina). Per confine con Novem Pagi e Veii ho preso il limite naturale dato dal F.so di Cesano e poi la via Cassia.

4. Il confine di Veii (Veio, Roma) con Fidenae nella Regio IV è descritto in questa pagina, quello con Roma in questa pagina, mentre quelli con Careiae è stato appena qui descritto. Il breve confine con Capena è dato dalla Flaminia a partire da Prima Porta. Con Novem Pagi ho seguito il limite diocesano medievale di Silva Candida, lasciando però a Novem Pagi il territorio di Cesano come suggerito da M. Lopes Pegna.

5. I confini di Novem Pagi (sparso) con Careiae e Veii sono stati già descritti. Con Capena ho seguito V. Fiocchi Nicolai nel prendere la Flaminia come confine. Il confine con Falerii Veteres e Nepet segue quanto proposto da M. Lopes Pegna, che attribuisce a Novem Pagi gli attuali centri di Magliano, Roncigliano (fr. di Mazzano), Campagnano e forse Mazzano (situando dunque il confine al F.so Stramazzo). Seguendo lo stesso autore, il territorio di Novem Pagi si affacciava sul Lago di Bracciano presso gli attuali centri di Polline e Martignano.

6. I confini di Capena (Capena) con Nomentum e Fidenae nella Regio IV sono descritti in questa pagina, mentre quelli con Veii e Novem Pagi sono stati già qui descritti. Tra Capena e Falerii Veteres ho continuato a seguire la via Flaminia. COme confine con Lucus Feroniae ho preso il crinale di M. Soratte e poi il F.so di Leprignano fino alla confluenza nel Tevere.

7. I confini di Lucus Feroniae (Bambocci di Scorano, Capena) con Forum Novum, Cures e Nomentum nella Regio IV sono descritti in questa pagina, mentre quello con Capena è stato appena descritto qui. Il confine con Falerii Veteres è dato naturalmente dal M. Soratte e dalle sue propaggini settentrionali.

8. I confini di Falerii Veteres (Civita Castellana) con Forum Novum nella Regio IV è descritto in questa pagina, mentre quelli con Lucus Feroniae, Capena e Novem Pagi sono stati già descritti qui. Come confine con Nepet ho preso il limite tra le diocesi di Civita Castellana e Nepi. Con Falerii Novi ho preso una linea arbitraria che ricalca gli attuali confini comunali tra Civita Castellana e Fabbrica. Con Fescennium ho seguito i limiti diocesani, supponendo che quelli tra Civita e Gallese passassero lungo il R. Fratta.

9. Il confine di Falerii Novi (S. Maria di Falleri, Fabrica di Roma) con Falerii Veteres è stato appena descritto. Con Nepet ho preso il limite tra le diocesi di Civita Castellana e Nepi. Anche il confine con Sutrium ricalca quello diocesano tra Civita Castellana e Sutri, fino al Lago di Vico, che secondo G. Franco apparteneva a Falerii. Con Forum Cassii e Sorrinum ho seguito la linea collinare che chiude ad ovest in Lago di Vico. Con Fescennium ho seguito di nuovo i limiti diocesani, supponendo che quelli tra Civita e Gallese passassero lungo il R. Fratta.

10. I confini di Nepet (Nepi) con Novem Pagi, Falerii Novi e Falerii Veteres sono stati già descritti. Con Sutrium ho preso gli attuali limite comunali che furono anche diocesani. Nepet si affacciava sul Lago di Bracciano attorno a Trevignano.

11. I confini di Sutrium (Sutri) con Nepet e Falerii Novi sono stati già descritti. Con Forum Cassii che include Forum Cassii ho preso, seguendo F. Schneider, una linea che dal M. Fogliano presso il Lago di Vico scende sulla Cassia a Botte. Con Blera ho preso il crinale tra Botte ed il M. Calvello, poi le alture alla sinistra del T. Mignone. Il confine con Forum Clodii è dato da quello diocesano tra Sutri e Monterano; ho però supposto che Sutrium si affacciasse sul Lago di Bracciano presso Trevignano.

12. I confini di Forum Clodii (S. Liberato, Bracciano) con Careiae e Sutrium sono stati già descritti. Con Blera ho seguito il limite diocesano medievale tra Monterano e Bieda, attestato sulle alture tra il Lago di Bracciano ed il T. Mignone, il crinale del M. Cuoco, fino alla confluenza del F.so Verginese nel Mignone. Con Aquae Taurinae e Pyrgi ho seguito il crinale spartiacque del M. Acqua Tosta. Con Caere ho preso il limite diocesano tra Monterano e Cerveteri, che lascia il territorio di Castel Giuliano a Caere.

13. I confini di Caere (Cerveteri) con Alsium, Careiae e Forum Clodii sono stati già descritti. Con Pyrgi ho preso, in mancanza di dati, il F.so del Marchese dal crinale del M. Ansino ell'Aurelia, e poi la via stessa.

14. I confini di Pyrgi (S. Severa, S. Marinella) con Alsium, Caere e Forum Clodii sono stati già descritti. Con Aquae Taurinae ho preso lo spartiacque dei Monti della Tolfa tra il M. Graziolo ed il M. la Tolfaccia. Con Castrum Novum ho seguito il crinale alla destra del Rio Fiume e poi il fosso stesso fino alla foce. Pyrgi si affacciava dunque sul Tirreno tra le foci del F.so di Zambra e del Rio Fiume.

15. Il confine di Castrum Novum (S. Marinella) con Pyrgi è stato appena descritto. Con Aquae Taurinae ho preso il crinale dei Monti della Tolfa ed il F.so Marangone, che segnava il confine tra le lucumonie etrusche di Tarquinia e Caere (v. F. Cambi), fino alla foce. Castrum Novum si affacciava dunque sul Tirreno tra il Rio Fiume ed il suddetto F.so Marangone.

16. I confini di Aquae Taurinae (Bagni di Adriano, Civitavecchia) con Castrum Novum, Pyrgi e Forum Clodii sono stati già descritti. Con Blera, Tarquinii e Graviscae ho seguito il confine naturale e diocesano del F. Mignone, fino alla foce. Aquae Taurinae si affacciava dunque sul Tirreno tra le foci del F.so Marangone e del Mignone.

17. I confini di Blera (Blera) con Sutrium, Forum Clodii ed Aquae Taurinae sono stati già descritti. Con Tarquinii e Forum Cassii, seguendo F. Schneider, ho preso il limite diocesano medievale tra Bieda e Toscanella che coincide con gli attuali confini comunali di Blera e S. Giovanni fino a Botte sulla Cassia.

18. I confini di Forum Cassii (S. Maria di Forcassi, Vetralla) con Falerii Novi, Sutrium e Blera sono stati già descritti. Con Tarquinii ho seguito il corso del F. Biedano, dalla confluenza in questo del Grignano alla confluenza del Biedano nella Marta. Come confine con Sorrinum ho risalito il F.so Rigomero e i suoi affluenti di destra fino alle alture del Cimino.

19. I confini di Tarquinii (Civita, Tarquinia) con Aquae Taurinae, Blera e Forum Cassii sono stati già descritti. Con Tuscana è la Marta a fare da confine naturale. Tra Tarquinii e Graviscae ho preso l'Aurelia come confine.

20. I confini di Graviscae (Porto Clementino, Tarquinia) con Aquae Taurinae e Tarquinii sono stati già descritti. Con Tuscana ho preso, in mancanza di altro, le alture tra Marta ed Arrone. Il confine con Forum Aurelii è naturalmente dato dal F. Arrone. Graviscae si affacciava dunque sul Tirreno tra le foci del Mignone e dell'Arrone.

21. Il confine di Forum Aurelii (Torre Aurelia, Montalto di Castro) con Graviscae è stato già descritto. Con Vulci ho preso come confine la via Aurelia. Il confine con Cosa è dato da quello diocesano medievale tra Castro e Sovana, che correva lungo il T. Chiarone. Forum Aurelii si affacciava dunque sul Tirreno tra l'Arrone ed il Chiarone.

22. I confini di Tuscana (Tuscania) con Graviscae e Tarquinii sono stati già descritti. Con Sorrinum ho risalito il corso del F.so del Catenaccio fino alle alture a sud del Lago di Bolsena. Ho considerato queste alture come confine con Visentium. Con Vulci e Forum Aurelii ho seguito il F.so della Cadutella fino alla confluenza nell'Arrone e poi quest'ultimo.

23. Il confine di Sorrinum (Riello, Viterbo) con Tuscana, Forum Cassii e Falerii Novi sono stati già descritti. Con Fescennium ho seguito il crinale del M. Cimino, già limite diocesano tra Ferento e Gallese. Tra Sorrinum e Ferentum ho preso arbitrariamente una linea che dal M. Cimino, seguendo uno dei fossi che da questo scaturiscono, converge sulla Cassia e la segue fino al Lago di Bolsena. Dopo un breve tratto sul lago, il confine con Visentium è noto grazie ad una iscrizione che assegna a Visentium l'area di M. Cardone e M. Leano.

24. Il confine di Fescennium (Gallese?) con Forum Novum nella Regio IV è descritto in questa pagina, mentre quelli con Falerii Veteres, Falerii Novi e Sorrinum sono stati già qui descritti. Tra Fescennium e Horta ho seguito gli attuali confini comunali, attribuendo a Fescennium i centri della valle del Rio Maggiore.

25. I confini di Hortae (Orte) con Ameria ed Ocriculum nella Regio VI sono descritti in questa pagina, quello con Forum Novum nella Regio IV in questa pagina, mentre quello con Fescennium è stato appena qui descritto. Con Forentum ho seguito il limite naturale soggiacente a quello diocesano tra Orte e Bomarzo, cioè il F.so Castello fino alla confluenza nel Tevere.

26. I confini di Ferentum (Pianicara, Viterbo) con Tuder ed Ameria nella Regio VI sono descritti in questa pagina, mentre quelli con Hortae e Sorrinum sono stati già descritti qui. Dopo il tratto in cui Ferentum si affacciava sul Lago di Bolsena, il confine con Volsinii è determinato dal limite diocesano medievale tra Bagnoregio e Orvieto, attestato su una linea che dallo sbocco del T. Arlena nel lago raggiunge Tordimonte sulla Paglia e scende lungo questa fino alla confluenza nel Tevere.

27. I confini di Volsinii (Bolsena) con Tuder nella Regio VI sono descritti in questa pagina, mentre quelli con Ferentum sono stati appena qui descritti. Il Lago di Bolsena segna per un tratto il confine di Volsinii, oltre il quale quello con Visentium è dato dal limite diocesano medievale tra Orvieto e Castro che corre sul crinale della Montagna. Con Suana ho preso il limite diocesano medievale tra Orvieto e Sovana, che lascia a quest'ultima i centri di Onano e Proceno. Il confine con Clusium è ancora segnato dai limiti diocesani medievali di Orvieto, in questo caso con Chiusi, che seguono il T. Fossatello e poi il F.so dell'Argento fino al Chiani e, oltrepassando questo, si attestano sul crinale del Montorale e da qui al T. Fersinone. Con Perusia ho pure seguito i limiti diocesani tra Orvieto e Perugia.

28. I confini di Visentium (Bisenzo, Capodimonte) con Tuscana, Sorrinum e Volsinii (tra i quali c'è un tratto in cui Visentium si affaccia sul Lago di Bolsena) sono stati già descritti. Con Suana ho preso il limite diocesano medievale tra Castro e Sovana, che dal crinale della Montagna si attesta a nord della Selva del Lamone, lungo il F.so la Nova. Come confine con Statonia e Vulci ho preso, in mancanza di dati, gli attuali confini comunali di Farnese e Cellere.

29. I confini di Vulci (Castellaccio di Vulci, Montalto di Castro) con Forum Aurelii, Tuscana e Visentium sono stati già descritti. Con Statonia ho seguito un confine naturale: il Rio Strozzavolpe (A. Carandini cita il F.so della Scatola), il crinale di M. Bellino, il T. Elsa ed il F. Albegna. Il confine con Cosa è dato dal limite diocesano medievale tra Castro e Sovana che, seguendo F. Schneider, doveva attestarsi sulla serie di alture che dall'Albegna raggiungono in direzione sud il F.so Chiarone per poi scendere lungo questo.

30. I confini di Cosa (Ansedonia, Orbetello) con Forum Aurelii e Vulci sono stati già descritti. Con Statonia, Heba e Telamo ho seguito il limite naturale del F. Albegna. Cosa si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce del Chiarone e quella dell'Albegna. Il suo territorio comprendeva anche le isole del Giglio e di Giannutri (R.A. Staccioli).

31. Il confine di Telamo (Talamonaccio, Orbetello) con Cosa è stato appena descritto. Con Heba ho preso la catena collinare del M. Cornuto come limite naturale. La stretta di Alberese tra il M. Cornuto e i Monti dell'Uccellina segnava il confine nord con Rusellae secondo A. Mazzolai. Telamo si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce dell'Albegna e la Cala del Forno.

32. I confini di Heba (S. Andrea, Magliano in Toscana) con Telamo e Cosa sono stati appena descritti. Con Statonia il confine è naturale (F. Albegna). Tra Heba e Saturnia un confine naturale è dato dal crinale alla destra dell'Albegna che scende a questo col M. Aperto. Con Rusellae ho seguito A. Mazzolai nel prendere lo spartiacque tra Albegna ed Ombrone.

33. I confini di Statonia (Poggio Buco, Pitigliano) con Visentium, Vulci, Cosa, Heba sono stati già descritti. Con Saturnia ho preso la catena di alture tra Albegna e Fiora culminante col P.gio Montecchio. Con Suana ho preso un confine è avanzato rispetto al limite diocesano medievale tra Castro e Sovana, costituito da una linea tra il F.so la Nova ed il F. Lente.

34. I confini di Suana (Sovana, Sorano) con Volsinii, Visentium, Statonia sono stati già descritti. Tra Suana e Saturnia ho preso come confine naturale dapprima il F.so Fuliggine e poi lo spartiacque tra Albegna e Fiora fino al M. Labbro. Con Clusium ho seguito, come proposto da F. Schneider, il limite diocesano medievale tra Sovana e Chiusi, attestato sullo spartiacque dell'Amiata tra Fiora, Ombrone e Paglia, e poi lungo il T. Siele fino alla Paglia.

35. I confini di Saturnia (Saturnia, Manciano) con Heba, Statonia e Suana sono stati già descritti. Lo spartiacque tra Albegna ed Ombrone fa da confine naturale brevemente con Clusium e poi con Rusellae secondo quanto ricostruito da A. Mazzolai.

36. I confini di Rusellae (Roselle, Grosseto) con Telamo, Heba e Saturnia sono stati già descritti. Per il confine con Clusium ho seguito i limiti diocesani medievali tra Roselle e Chiusi (F. Schneider) ed il confine ricostruito da A. Mazzolai: il T. Zancano e poi il T. Ente fino alla confluenza nell'Orcia. Con Arretium Fidens ho seguito il successivo limite diocesano con Chiusi, cioè il crinale del P.gio Civitella e del P.gio Pigna fino alla confluenza nell'Orcia del T. Farma. Con Sena ho seguito A. Mazzolai nel prendere il T. Farma invece del limite diocesano medievale tra Roselle e Siena che correva sullo spartiacque a sud del torrente. Con Volaterrae il limite diocesano con Volterra segue la Farma, le alture a cavallo del T. Merse fino alle sorgenti del T. Carsia. Come confine con Vetulonium ho seguito il corso del Carsia e poi del F. Bruno fino alla foce. Rusellae si affaccia dunque sul Tirreno tra la Cala del Forno e la foce del Bruno.

37. Il confine di Vetulonium (Vetulonia, Castiglione della Pescaia) con Rusellae è stato appena descritto. Con Populonium ho preso il limite diocesano medievale tra Roselle e Populonia che transitava presso Massa Marittima, seguiva per un tratto il F. Pecora ma raggiungeva il mare ad ovest della sua foce. Vetulonium si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce del F. Bruno e quella del piccolo F.so di Val Maggiore.

38. Il confine di Populonium (Populonia, Piombino) con Vetulonium è stato appena descritto. Con Volaterrae ho seguito i limiti diocesani medievali tra Populonia e Volterra, descritti da F. Schneider: dal P.gio di Montieri attraverso le Corniate e l'Aia dei Diavoli allo spartiacque tra Cornia e Cecina, lungo questo fino al P.gio Volterrano e da qui alla Fossa Camilla. Populonium si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce del F.so di Val Maggiore e quella della Fossa Camilla. Il territorio di Populonium comprendeva anche l'isola d'Elba.

39. I confini di Volaterrae (Volterra) con Populonium e Rusellae sono stati già descritti. Per il confine con Sena ho seguito il limite diocesano medievale tracciato da F. Schneider, che dalla Farma raggiunge il crinale alla destra del F. Merse fino alla stretta di Brenna, da cui passa sul crinale del P.gio Siena Vecchia e su quello della Montagnola, spartiacque tra Elsa e Merse, che segue fino al T. Staggia per poi attestarsi sull'Elsa. Il confine con Florentia è ancora quello diocesano con Firenze, che segue l'Elsa fino alle pendici del P.gio Barco. Con Pisae il confine segue quello diocesano tra Volterra e Lucca, considerate le cessioni altomedievali da Pisa a Lucca stessa: una linea trasversale che, partendo dall'Elsa, taglia le valli dell'Egola, dell'Era e del F. Cascina e si attesta sullo spartiacque tra l'Era ed il Fine fino al M. Vitalba, da cui scende lungo il F. Fine al mare. Volaterrae si affacciava dunque sul Tirreno tra le foci della Fossa Camilla e del Fine.

40. I confini di Sena (Siena) con Volaterrae e Rusellae sono stati già descritti. Con Arretium Iuliense e Fidens ho seguito il limite diocesano medievale tra Siena ed Arezzo che, secondo F. Schneider, lasciava ad Arezzo i centri di Montalcino, S. Giovanni d'Asso, Chiusure, Asciano e Vescona, per poi raggiungere l'Arbia al ponte di Dofana e discenderlo. Con Florentia non ho seguito l'irregolare limite diocesano tra Siena e Fiesole ricostruito da F. Schneider tra l'Arbia e l'Elsa, ma un soggiacente limite naturale che va dal crinale dei M. del Chianti alla stretta di Poggibonsi.

41. I confini di Clusium (Chiusi) con Volsinii, Suana, Saturnia e Rusellae sono stati già descritti. Con Arretium Fidens, nell'antico territorio chiusino, ho seguito a ritroso il corso dell'Orcia fino alla confluenza del T. Tresa, da dove ho proseguito lungo i limiti diocesani medievali tra Chiusi ed Arezzo fino al Chiani. Con Cortona il confine è quello comunale e diocesano attuale. Chiusi si affacciava per un tratto sul Lago Trasimeno, fino al confine con Perusia, per il quale ho seguito il limite diocesano medievale tra le due città.

42. I confini di Perusia (Perugia) con Tuder, Vettona, Arna e Iguvium nella Regio VI sono descritti in questa pagina, mentre quelli con Volsinii e Clusium sono stati già qui descritti. Oltre il tratto in cui Perusia è delimitata dal Lago Trasimeno, ho preso come confine con Cortona lo spartiacque tra Tevere e Chiani lungo il M. Castiglione e poi, seguendo Guarducci-Francovich-Valenti, la valle del Niccone fino allo sbocco nel Tevere.

43. Il confine di Cortona (Cortona) con Tifernum Tiberinum nella Regio VI è descritto in questa pagina, mentre quelli con Perusia e Clusium sono stati qui descritti. Con Arretium Fidens non ho preso il corso del Chiani come confine ma, oltrepassandolo, il T. Foenna e poi lo spartiacque alla sua sinistra. Il confine con Arretium è dato dapprima dal crinale a nord del T. Foenna fino a Monte S. Savino; indi, ad est del Chiani, dalla valle del Chio fino al M. Largnano ed infine dalla valle del Nestore.

44. I confini di Arretium (Arezzo) con Casuentillum e Tifernum Tiberinum nella Regio VI sono descritti in questa pagina, mentre quello con Cortona è stato appena qui descritto. Con il supposto territorio di Arretium Fidens già appartenuto a Clusium, ho preso come confine il successivo limite tra i gastaldati di Arezzo e Siena, che correva lungo il crinale spartiacque tra Chiani ed Arno da un lato ed Ombrone dall'altro. Con Faesulae ho pure seguito il limite diocesano medievale tra Arezzo e Fiesole/Firenze ricostruito da F. Schneider, che dallo spartiacque Arno-Ombrone scende lungo il R. di Caposelvi al T. Ambra e risale, oltre l'Arno, sul crinale di M. Cocollo al Pratomagno.

45. I confini di Arretium Fidens (sparso?) con Arretium, Cortona, Clusium, Rusellae e Sena sono stati già descritti. Con Faesulae ho seguito C. Baldini nel prendere un confine naturale (il crinale dei Monti del Chianti) più avanzato rispetto al limite diocesano medievale tra Fiesole/Firenze ed Arezzo.

46. I confini di Faesulae (Fiesole) con Mevaniola e Casuentillum nella Regio VI è descritto in questa pagina, mentre quelli con Arretium ed Arretium Fidens sono stati già descritti qui. Con Florentia ho seguito il complesso limite diocesano medievale descritto da F. Schneider fino al crinale appenninico. Con Faventia nella Regio VIII il confine è naturale (crinale appenninico tra M. Peschiena e M. Falterona).

47. I confini di Florentia (Firenze) con Faesulae, Sena e Volaterrae sono stati già descritti. Con Pisae il confine è dato dall'Elsa. Il confine con Pistoria è il limite diocesano medievale tra Firenze e Pistoia, il quale risale l'Arno dalla confluenza dell'Elsa a quella dell'Ombrone, risale per un tratto quest'ultimo e poi il T. Vignone, si attesta sul Bisenzio e poi sul crinale alla sua sinistra fino allo spartiacque appenninico. Con Bononia il confine è dato dallo spartiacque appenninico dal M. Tronale al P.so della Futa. Anche con Forum Cornelii ho seguito il confine naturale dello spartiacque fino al M. Peschiena e non il più tardo limite diocesano tra Firenze e Imola.

48. Il confine di Pistoria (Pistoia) con Florentia è stato appena descritto. Il breve confine con Pisae è dato dall'Arno. Con Luca non ho seguito il limite diocesano medievale, di epoca longobarda, ma un più antico confine che, secondo F. Silvestrini, lasciava tutta la Valdinievole a Pistoria e coincide pertanto coll'attuale confine provinciale fino al Lago di Fucecchio e da qui all'Arno per i colli di Cerreto. Con i Friniates e Bononia nella Regio VIII il confine è naturale (spartiacque appenninico), ma ho attribuito a Pistoria l'altissima valle del Reno a monte della stretta di Pontepetra.

49. I confini di Pisae (Pisa) con Volaterrae, Florentia e Pistoria sono stati già descritti. Anche con Luca non ho seguito per intero i limiti diocesani medievali, che attribuirono a Lucca una vasta regione Oltrarno, bensì ho seguito l'Arno stesso fino alla confluenza del F. Era per poi riprendere il confine diocesano sulle alture lungo il padule di Bientina, il crinale dei Monti Pisani fino al Serchio presso Ripafratta e il crinale delle Apuane; invece di scendere al mare secondo il limite diocesano, ho seguito M. Tangheroni nel continuare il confine sul crinale delle Apuane. Con Luna il confine è riconosciuto nel T. Versilia, che anticamente sfociava presso l'odierno Fiumetto. Pisae si affacciava dunque sul Tirreno tra le foci del Fine e della Versilia.

50. I confini di Luca (Lucca) con Pistoria e Pisae sono stati già descritti. Riguardo ai confini con Luna non c'è unanimità tra gli studiosi, per cui ho preso un limite naturale che include l'alta Vezza a monte della stretta di Seravezza e poi tutta la valle del Serchio o Garfagnana (possibile sede di un municipio separato di Forum Clodii), in epoca medievale spartita tra Luni e Lucca. Con gli Urbanates ed i Friniates nella Regio VIII il confine è dato dallo spartiacque appenninico dal M. Tondo all'Alpe S. Pellegrino e da qui all'Alpe delle Tre Potenze.

51. I confini di Luna (Luni) con Pisae e Luca sono stati già descritti. In mancanza di unanimità tra gli studiosi, ho seguito il limite naturale dello spartiacque appenninico come confine con gli Urbanates, Luceria, Forum Druentinorum e Forum Clodii nella Regio VIII. Con Tigullia nella Regio IX non ho seguito il limite naturale socciagente a quello diocesano medievale, il quale scende dal M. Gottero attraverso il M. Coppa al F. Vara, passa dall'altra parte lungo il crinale del M. Castellermo (il limite diocesano seguiva la Vara) e lo spartiacque della Vara fino al mare presso Anzo di Framura. Luna si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce della Versilia ed Anzo.

Riferimenti

  • M. Lopes Pegna, Dalle lucumonie etrusche alle diocesi paleocristiane della Tuscia annonaria, Firenze, 1960. (Google libri)
  • M. Lopes Pegna, Etruria Minore, Firenze, 1967. (Google libri)
  • N. Christie, Settlement and economy in Italy, 1500 BC-AD 1500, Oxford, 1995. (Google libri)
  • V. Fiocchi Nicolai, Ager Capenas, Bari, 1986. (Google libri)
  • G. Franco, Orizzonti etruschi, Milano, 1987. (Google libri)
  • F. Schneider, L'ordinamento pubblico della Toscana medievale, S. Casciano, 1975. (Google libri)
  • F. Cambi, I confini del territorio di Populonia: stato della questione, Firenze, 2002. (Univ. Siena)
  • A. Carandini, La romanizzazione dell'Etruria, il territorio di Vulci, Orbetello, 1985. (Google libri)
  • A. Mazzolai, Roselle e il suo territorio, Grosseto 1960. (Google libri)
  • A. Guarducci (cura), Mappe e potere: pubbliche istituzioni e cartografia nella Toscana moderna e contemporanea: secoli XVI-XIX, Borgo S. Lorenzo, 2006. (Google libri)
  • C. Baldini, Greve in Chianti: etrusco e romano, Greve in Chianti, 1998. (Google libri)
  • F. Silvestrini, Il territorio pistoiese dall'alto Medioevo allo stato territoriale fiorentino, Pistoia, 2004. (Google libri)
  • M. Tangheroni, Pisa e il Mediterraneo, Milano, 2003. (Google libri)