Geo-storia amministrativa d'Italia: Lucania

Lucania (433K)

Municipia

Seguendo Plino (N.H., III, 71) ho considerato le seguenti comunità: (2.) Paestum, (3.) Velia, (4.) Buxentum, (18.) Blanda, (14.) Aceruntia, (12.) Cosilinum, (16.) Heraclea, (15.) Metapontum, (11.) Atina, (1.) Eburum, (13.) Grumentum, (10.) Potentia, (5.) Sontia, (17.) Sirini, (6.) Tegianum, (7.) Ursentum, (8.) Volcei, (9.) Numistrum. Ho accomunato la diruta Pandosia ad Heraclea, mentre Thebae Lucanae è sconosciuta.

Confini

1. I confini di Eburum (Eboli) con Picentia sono descritti in questa pagina, mentre quelli con Compsa in questa pagina. Tra Eburum e Volcei ho preso il limite tra le diocesi medievali di Salerno e Conza lungo il crinale del M. la Picciola e poi ho disceso il F. Sele fino alla confluenza del T. Alimenta. Il Sele fino alla foce è il confine naturale tra Eburum e Paestum. Eburum si affacciava dunque sul Tirreno tra le foci del Tusciano e del Sele.

2. I confini di Paestum (Paestum, Capaccio) con Eburum sono stati appena descritti. Ho preso come confine con Volcei una linea tra Sele e Calore che parte dalla confluenza nel Sele del T. Alimenta e termina all'ansa del Calore presso Serre, poi il Sele stesso fino al Ponte Paestum dove incontra il crinale degli Alburni. Con Ursentum ho seguito il corso del Calore fino ad incontrare il crinale di M. Chianello e poi lo spartiacque tra Calore ed Alento, attribuendo a Paestum delle località come Roccadaspide e Albanella unanimamente riconosciute come appartenenti alla sua chora (v. Zevi-Jodice). Con Velia ho seguito il crinale di M. Pietracupa fino alla stretta dell'Alento presso Rutino, indi lo spartiacque del T. Testene fino al mare presso Castellabate e Punta Licosa. Paestum si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce del Sele e Punta Licosa.

3. I confini di Velia (Velia, Ascea) con Paestum sono stati appena descritti. Con Ursentum ho seguito lo spartiacque tra Alento e Calore fino al M. Falascoso. Come confine con Sontia ho seguito lo spartiacque tra Alento e Mingardo che transita sul M. Gelbison e sul M. Altilia. Tra Velia e Buxentum ho seguito il corso del F. Mingardo fino alla foce. Velia si affacciava dunque sul Tirreno tra Punta Licosa e la foce del Mingardo.

4. I confini di Buxentum (Policastro, Santa Marina) con Velia sono stati appena descritti. Con Sontia ho seguito il limite diocesano medievale tra Pestum e Policastro, che dal Mingardo sale al M. Centaurina, riscende al F. Bussento e lo attraversa, per rimontare sul crinale del M. Rotondo e del M. Forcella. Con Cosilinum ho seguito il limite fra le due diocesi, ora sul crinale di M. Iuncolo. Come confine con Blanda ho seguito lo spartiacque tra il F. Bussento ed il F. Noce fino alla Serralunga, da dove, attraversando il T. Bitonto, mi sono portato sul M. Coccovello e di qui al Capo Bianco. Buxentum si affacciava dunque sul Tirreno tra la foce del Mingardo ed il Capo Bianco.

5. I confini di Sontia (Agno, Sanza) con Velia e Buxentum sono stati già descritti. Con Cosilinum ho preso come confine naturale il corso del F. Calore (Vallo di Diano). Tra Sontia e Tegianum ho preso la dorsale del M. Cervati, dal C.zo Panella sul Vallo di Diano fino alla Cima di Mercori. Con Ursentum ho seguito lo spartiacque tra l'alto corso del Mingardo ed il Calore.

6. I confini di Tegianum (Teggiano) con Sontia sono stati appena descritti. Con Ursentum ho seguito lo spartiacque tra Tanagro e Calore, transitante sul M. Motola ed il M. Cocuzzo d. Puglie. Tra Tegianum e Volcei ho preso una linea che ricalca grosso modo i confini comunali odierni tra S. Arsenio e Polla, lasciando il Forum Annii (S. Pietro di Polla) a Volcei, come unanimamente riconosciuto (v. V. Bracco). Il confine con Atina e Cosilinum è naturale (F. Tanagro).

7. I confini di Ursentum (Monte Pruno, Roscigno) con Paestum, Velia, Sontia e Tegianum sono stati già descritti. Con Volcei non ho seguito V. Bracco, che ipotizza un ager volcitanus esteso fino al T. Fasanella o Celline, bensì ho preso come confine il crinale degli Alburni, dal M. Spina dell'Asino ad est al Ponte di Paestum sul Calore ad ovest, attribuendo in questo modo l'area sacra di S. Angelo a Fasanella ad Ursentum.

8. I confini di Volcei (Buccino) con Compsa nella Regio II sono descritti in questa pagina, mentre quelli con Eburum, Paestum, Ursentum e Tegianum sono stati già qui descritti. Come confine con Atina ho dapprima seguito V. Bracco nel prendere una linea che sale dal Forum Annii al M. Sarcone, ma da qui ho proseguito lungo il crinale fino alle gole del F. Melandro, poi lungo lo spartiacque tra Melandro e Fiumarella di Vietri, ed infine a scendere sulla Fiumara di Tito/Picerno presso il Ponte di Picerno. Con Potentia e Numistro il confine è ben individuato dalla Fiumara di Picerno, come osservato da V. Bracco.

9. I confini di Numistro (Raia S. Basile, Muro Lucano) con Venusia e Compsa nella Regio II sono descritti in questa pagina, mentre quelli con Volcei sono stati appena descritti. Tra Numistro e Potentia ho seguito il limite naturale soggiacente a quello diocesano medievale tra Muro e Potenza, cioè la F.ra di Avigliano dalla confluenza in quella di Picerno all'ansa di Ruoti, e poi la catena di M. Caruso in direzione nord fino alla F.ra di Atella.

10. I confini di Potentia (Potenza) con Forentum e Venusia sono descritti in questa pagina, mentre quelli con Numistro e Volcei sono già stati qui descritti. Con Atina ho preso il limite tra la diocesi medievale di Potenza e quelle di Satriano e Marsico, cioè la F.ra di Tito e poi lo spartiacque col T. Melandro fino al M. Arioso. Con Grumentum ho seguito i limiti medievali tra la diocesi di Potenza e quella di Marsico, lungo lo spartiacque tra Basento ed Agri culminante col M. Volturino, e poi quelli tra Potenza e Tricarico lungo lo stesso spartiacque fino al M. Tavernaro. Come confine con Aceruntia ho continuato sul limite diocesano medievale di Potenza con Tricarico e poi Acerenza, ossia una linea che dal M. dell'Impiso scende al Basento e di qui risale fino allo spartiacque con l'alto Bradano, che segue passando per il M. S. Angelo ed il M. Torretta, fino ad incontrare il Bradano stesso.

11. I confini di Atina (Atena Lucana) con Tegianum, Volcei e Potentia sono stati già descritti. Con Grumentum ho preso lo spartiacque tra Melandro e F. Agri fino al M. Fontanalunga. Per confine con Cosilinum ho invece preso il V.ne di Levata fino alla confluenza nel Tanagro.

12. I confini di Cosilinum (Padula) con Atina, Tegianum e Sontia sono stati già descritti. Il confine con Blanda segue quello soggiacente al limite diocesano tra Capaccio/Pesto e Policastro, cioè lo spartiacque tra Calore e Noce. Con Grumentum ho preso ancora il limite fra le diocesi medievali di Capaccio/Pesto e Marsico, coincidente con lo spartiacque tra Tanagro/Calore ed Agri.

13. I confini di Grumentum (S. Marco, Grumento Nova) con Potentia, Atina e Cosilinum sono stati già descritti. Con Blanda ho seguito lo spartiacque meridionale del F. Agri, che fu anche limite diocesano tra Marsico e Tursi con Policastro. Tra Grumentum ed il municipio dei Sirini ho oltrepassato i limiti diocesani medievali tra Marsico e Tursi, attestati sulla dorsale del M. Falapato e poi sul T. Vella, seguendo invece lo spartiacque tra Agri e Sinni dal M. Asprello fino alla S.ra di S. Chirico ed alla Montagnola. Con Heraclea (Pandosia) ho seguito la dorsale trasversale della Montagnola fino a scendere all'Agri alla stretta di S. Oronzo, per poi risalire sul versante sinistro alle Serre, scendere al F. Sauro e da qui guadagnare lo spartiacque con la F.ra di Gorgoglione fino al M. Tavernaro ed al M. dell'Impiso.

14. I confini di Aceruntia (Civita, Tricarico) con Mateola e Silvium nella Regio II sono descritti in questa pagina, quelli con Forentum e Bantia in questa pagina, mentre quello con Potentia è stato già qui descritto. Con Heraclea (Pandosia) ho dapprima seguito lo spartiacque tra il T. Misegna ed il F. Sauro fino alla T.pa di Guardiola, per poi convergere sul T. Misegna fino alla sua confluenza nel T. Salandrella. Come confine con Metapontum ho seguito il confine diocesano medievale tra Tricarico e Matera, cioè per un tratto il T. Salandrella e poi una linea che da questo raggiunge il Basento.

15. I confini di Metapontum (Metaponto, Bernalda) con Genusia e Mateola nella Regio II sono descritti in questa pagina, mentre quello con Aceruntia è stato appena qui descritto. Il confine con Heraclea è unanimamente riconosciuto nel corso del T. Salandrella o F. Cavone. Metapontum si afaccia dunque sullo Ionio tra le foci del Bradano vecchio e del Cavone.

16. I confini di Heraclea (Policoro) con Metapontum, Aceruntia e Grumentum sono stati già descritti. Con i Sirini ho considerato dapprima lo spartiacque tra Agri e Sinni fino al M. S. Arcangelo, poi il crinale che scende al Sinni presso la stretta di Colobraro, indi il crinale sulla destra orografica del Sinni fino al T.ne del Caprio e da qui il T. S. Nicola, ritenuto da D. Adamesteanu come confine meridionale della chora di Heraclea. Heraclea si affaccia dunque sullo Ionio tra le foci del Cavone e del T. S. Nicola.

17. I confini del municipium dei Sirini (sparso) con Heraclea e Grumentum sono stati già descritti. Il confine con Blanda segue il limite diocesano occidentale di Tursi, che scende dal M. Asprello al Sinni e lo oltrepassa lungo il T. Frido fino alla cresta del M. Pollino. Anche con Thurii ho seguito il limite fra le diocesi medievali di Tursi e Cassano, lungo la cresta orientale del Pollino e poi lo spartiacque della S.ra Manganillo, fino alla foce del T. Avena. Il municipio dei Sirini si affaccia dunque sullo Ionio tra la foce del T. S. Nicola e quella del T. Avena.

18. I confini di Blanda (Palecastro, Tortora) con Buxentum, Cosilinum, Grumentum ed i Sirini sono stati già descritti. Con Thurii ho seguito i limiti diocesani tra Policastro (poi Talao) e Cassano, i quali si attestano sullo spartiacque del Pollino tra F. Noce e F. Coscile, salvo tagliare l'alto Coscile alla stretta di Mormanno e di qui guadagnare lo spartiacque tra Lao e Coscile fin sopra Orsomarso. Con Cerillae ho pure seguito il limite meridionali della diocesi medievale di Policastro costituito dal F.so Abatemarco fino alla sua foce. Blanda si affaccia dunque sul Tirreno tra il Capo Bianco e la foce del F.so Abatemarco.

Riferimenti

  • Zevi-Jodice, Paestum, Napoli, 1990 (Google libri)
  • V. Bracco, Volcei, Firenze, 1978. (Google libri)
  • G. Zuchtriegel, Potenzialità e sruttamento agrario della chora di Eraclea, in Osanna-Zuchtriegel, Amphi Sirios Roas: Nuove ricerche su Eraclea e la Siritide, Venosa, 2012. (Google libri)