Geo-storia amministrativa d'Italia: V sec. d.C. (tarda antichità)

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La cartina mostra l'Italia nel V sec. d.C., con l'organizzazione amministrativa che si evince, ad esempio, dalla Notitia.

Rispetto al periodo augusteo, la riforma amministrativa di Diocleziano (284-305) del 293 ha creato una Diocesi Italiciana (una delle 12 in cui ha suddiviso l'Impero), raggruppando le antiche regioni in 7 province (Venetia et Histria, Aemilia et Liguria, Flaminia et Picenum, Tuscia et Umbria, Campania et Samnium, Apulia et Calabria, Lucania et Bruttii) rette da correttori ed aggregando loro le antiche province di Sicilia, Sardegna, Corsica, Alpi Cozie e Rezia, rette da presidi. Questa situazione ci è nota dal Laterculus Veronensis di epoca costantiniana. La riforma di Costantino del 313 ha in seguito diviso la diocesi in due vicariati: quello d'Italia con sede a Mediolanum per le 5 province più settentrionali (Italia annonaria) e quello dell'Urbe con sede a Roma per le altre province (Italia suburbicaria). Nel secolo seguente il Samnium è stato staccato dalla Campania, la Valeria e poi il Picenum suburbicarium dalla Flaminia et Picenum, l'Aemilia dalla Liguria, la Raetia divisa in due, il che ha portato il numero finale di province a 17.

Per la provincia Samnium ho seguito i confini proposti da De Benedittis includendovi Casinum, Teanum Apulum, Telesia, Allifae, forse i Ligures Baebiani e Corneliani, ma non Benevento. Non sembrano più attestate Bovianum Vetus, Buca, Fagifulae e Interamna.

La provincia Valeria comprende la parte occidentale dell'antica Regio IV, comprese Fidenae, Forum Novum e Nursia. Non sembrano più attestate Antinum, Anxa, Lucus Angitiae, Cliternia, Forum Decii e Trebula Suffenas.

La provincia Picenum suburbicarium comprende l'antica Regio V a partire dall'Esino, parte della IV fino alla Pescara e parte della VI tra l'Appennino e l'Esino. Non sembrano più attestate Angulum, Cupra Montana, Novana, Planina e Pollentia.

La provincia Flaminia et Picenum annonarium comprende la parte adriatica dell'antica Regio VI e parte della Regio VIII fino a Ravenna e Faventia incluse. Non sembrano più attestate Mevaniola, Sestinum, Pitinum Pisaurense, Tifernum Metaurense, Suasa.

La provincia Tuscia et Umbria comprende il resto della Regio VI e la VII. Seguendo l'opinione comune degli storici, la porzione da Volaterrae ai confini settentrionali faceva capo all'Italia annonaria. Non sembrano più attestate Alsium, Arretium Fidens e Iuliense, Clusium Novum, Fregenae, Heba, Novem Pagi, Pyrgi, Saturnia, Statonia, Telamo, Veii, Vetulonium, Vulci.

La provincia Campania comprende la Regio I tranne le zone di Salernum e Casinum (con Atina e Venafrum) ma con in aggiunta quella di Beneventum (con Aequum Tuticum), che passerà al Samnium non prima della fine del secolo V. Non sembrano più attestate Circei, Cora, Fabrateria Vetus, Forum Appii, Herculaneum, Norba, Pompeii, Trebula Baliniensis, Urbana.

La provincia Apulia et Calabria comprende il resto dell'antica Regio II, più Metapontum. Non sembrano più attestate Aletium, Aquilonia, Bantia, Basta, Caeliae, Cannae, Forentum, Grumum, Uria, Mateola, Neretum, Norba, Silvium.

La provincia Lucania et Bruttii comprende il resto dell'antica Regio III. Non sembrano più attestate Caulonia, Heraclea, Numistro, Petelia, Picentia, Sontia, Siris, Terina, Ursentum.

Per la provincia Aemilia ho preso il resto dell'antica Regio VIII e, in mancanza di informazioni precise, gran parte della Regio IX. Non sembrano più attestate Forum Clodii, Forum Druentinorum, Forum Licinii, Otesia, Padinum, Tannetum, Urbana, Carreum, Industria, Vardacate, Forum Fulvii, Augusta Bagiennorum, "Coeba", Iria.

La provincia Liguria comprende dunque l'antica Regio XI, alle quali ho aggiunto l'Ossola, l'alto Ticino e la Valtellina, che in epoca augustea facevano parte della Rezia. Non sembrano più attestate Laumellum, Forum Germanorum, Quadrata, Ictimulae...

La provincia Venetia et Histria coincide con la Regio X, alla quale ho aggiunto il territorio di Bergomum. Non sembra più attestata Ateste.

La provincia delle Alpes Cottiae si è allargata rispetto all'epoca augustea con i territori di Auriate, Pedo, Pollentia e Caburrum, ma oltralpe ha conservato solo il territorio di Mauriana e quello di Brigantio.