Grammatica abruzzese
4. Tu nen shjè abbruzzése (Pronomi personali soggetto, presente di essere, negazione e affermazione)
5. Le róse è bbèlle
(Plurali)
Le nostre frasi in ortonese/abruzzese si limitano finora a dichiarazioni riguardo a soggetti singoli (jì, tu, ésse, un nome proprio o comune). Estendiamo ora queste nozioni ai soggetti plurali.
Pronomi personali soggetto plurali
Per i pronomi personali soggetto abbiamo bisogno di quattro nuove forme, che sono: - nu noi,
- vu voi,
- isse essi,
- ésse esse.
Notiamo che ci sono due pronomi di terza persona plurale, uno per soggetti maschili ed uno per quelli femminili, ricordando che il genere grammaticale si riferisce o al vero sesso di persone o animali, oppure all'articolo (lu o la) che accompagnano il sostantivo. Come il pronome di terza persona singolare ésse, le forme plurali sono poco usate e di norma sostituite da dimostrativi (che vedremo in seguito). Un'ultima osservazione: mentre la forma femminile plurale è uguale a quella singolare, il maschile plurale modifica la vocale tonica (i invece di é). Questa è una caratteristica del tutto generale che ritroveremo tra pochissimo.
Verbo essere
Le forme plurali del presente indicativo verbo essere sono tre: - (nu) séme siamo,
- (vu) séte siete,
- (isse/ésse) è sono.
Come si vede, il verbo alla terza persona plurale non distingue tra soggetto maschile o femminile, ed in più è identica alla forma singolare. Anche questa è una caratteristica comune a tutti i verbi che ritroveremo in seguito. Così ogni tempo e modo verbale avrà solo cinque forme: prima (1s) e seconda (2s) singolare; prima (1p) e seconda (2p) plurale; terza (3sp). Per il verbo essere: só, shi, séme, séte, è. C'è da dire che una terza persona plurale distinta dalla singolare esisteva in passato, e tuttora esiste in certi dialetti e forse anche nella koiné. Talvolta la si sente usare anche nell'ortonese. Per il nostro verbo essere, questa forma arcaica sarebbe (in questo caso l'omofonia con la prima persona singolare è casuale e non la regola).
Articoli plurali
Ora che sappiamo declinare il verbo essere, ci manca la formazione di sintagmi nominali plurali. Possiamo certamente unire diversi soggetti con la congiunzione é (+ RF) che già conosciamo:- jì é ttù (séme) io e tu (siamo),
- tu é ésse (séte) tu e lui (siete),
- Marie é Ttumasse (è) Maria e Tommaso (sono),
- lu chène é la gatte (è) il cane e il gatto (sono),
ecc. Ma per comporre frasi più generali e complesse, dobbiamo conoscere la formazione del plurale di articoli, sostantivi ed aggettivi. Per gli articoli, la faccenda è rapida. Il plurale di lu (maschile) è Il plurale di la (femminile) è L'unica particolarità è, come già visto in introduzione, che quest'ultimo può cambiare pronuncia in armonia vocalica, [lə] o [li].
Plurali di sostantivi e aggettivi femminili
Per sostantivi ed aggettivi femminili il plurale è ancora più semplice: è quasi sempre identico al singolare. Dunque a distinguere - la róse la rosa da
- le róse [lə rosə] le rose
ci pensa il solo articolo. Altri esempi: - la chèse la casa : le chèse le case,
- la gatte il gatto (femm.) : le gatte i gatti,
etc. Anche gli aggettivi non cambiano al plurale se si riferiscono a nomi femminili: - la chèsa nóve la casa nuova
- le chèse nóve le case nuove.
Notare la particolarità legata all'etimo: mentre al singolare chèsa ripristina la finale etimologica -a per influsso dell'aggettivo seguente, al plurale ciò non avviene (in latino vi era una -E in questo caso).
Attenzione, però, la regola per cui il plurale è identico al singolare non vale per alcuni sostantivi e aggettivi femminili (ad esempio la cróce croce), i quali seguono le regole del maschile, esposte appena qui sotto.
Plurali di sostantivi e aggettivi metafonetici
Le cose si fanno più complesse per i plurali dei sostantivi ed aggettivi maschili. A differenza di molte lingue vicine, tra cui l'italiano, la formazione del plurale non si fa cambiando la desinenza (la finale) della parola (che è sempre e), bensì cambiando la vocale tonica. Si tratta di un fenomeno chiamato metafonia, che risulta dall'influenza della -I originaria del latino sulla vocale precedente. In generale, ogni vocale si innalza. Quindi la a passa ad è: - lu cumbagne l'amico : li cumbègne gli amici
- àvete alto : èvete alti.
Anche la è, quando rappresenta un suono arcaico [æ], fa il plurale in è: - lu chène il cane : li chène i cani
- sène sano, sani.
In questi due casi, la koiné ha a al singolare ed i al plurale (li chine).
Salendo di grado, abbiamo la vocale tonica è [ɛ] che dittonga in jè: - lu llètte il letto : li lljètte i letti
- bbèlle bello : bjèlle belli.
Parallelamente, la ò dittonga in uò: - lu mòrte il morto : li muòrte i morti
- gròsse grosso : gruòsse grossi.
Per la vocale tonica é ci sono due casi. In alcune parole, la é si innalza ad i: - lu pésce il pesce : li pisce i pesci
- nére nero : nire neri.
Nel secondo caso, che si presenta solo in parole con la sillaba tonica libera (cioè seguita da una sola consonante), la é si comporta come una è e dunque dittonga al plurale in jè: - lu péte il piede : li pjète i piedi.
Parallelamente, anche la ó può comportarsi in due modi diversi. In alcune parole si innalza in u: - lu móshtre il mostro : li mushtre i mostri
- rósce rosso : rusce rossi.
In altre parole, tutte in sillaba libera, la ó dittonga in uò: - lu córe il cuore : li cuòre i cuori
- bbóne buono : bbuòne buoni.
Restano le due vocali alte, la i e la u, che fortunatamente non mutano al plurale: - lu file il filo : i file i fili
- fine fino, fini
- lu mure il muro : li mure i muri
- bbrutte brutto, brutti.
Tutti questi plurali metafonetici sono riassunti nella tabella che segue.
Singolare | Plur. masch. | Esempi |
à | è | lu cumbagne l'amico : li cumbègne gli amici àvete alto : èvete alti |
è [æ] | è | lu chène il cane : li chène i cani sène sano, sani |
è | jè | lu llètte il letto : li lljètte i letti bbèlle bello : bjèlle belli |
ò | uò | lu mòrte il morto : li muòrte i morti gròsse grosso : gruòsse grossi |
é (I) | ì | lu pésce il pesce : li pisce i pesci nére nero : nire neri |
é (II) | jè | lu péte il piede : li pjète i piedi |
ó (I) | ù | lu móshtre il mostro : li mushtre i mostri rósce rosso : rusce rossi |
ó (II) | uò | lu córe il cuore : li cuòre i cuori bbóne buono : bbuòne buoni |
ì | ì | lu file il filo : i file i fili fine fino, fini |
ù | ù | lu mure il muro : li mure i muri bbrutte brutto, brutti |
Come anticipato, anche alcuni sostantivi ed aggettivi femminili seguono le regole metafonetiche del plurale. Sono quelli che derivano dalla terza (e quarta) declinazione latina, come la cróce croce, la réte rete ecc. I loro plurali sono quelli della tabella, ad esempio le cruce, le rite ecc. Purtroppo non è possibile, se non tramite l'etimologia, sapere a priori quali voci femminili seguono le regole del plurale maschile: bisogna imparare queste voci una ad una.
Va aggiunto che in alcune parole non è solo la vocale tonica a cambiare, ma anche la sillaba finale, per ragioni etimologiche. Ad esempio, pòrche porco, al plurale non fa *puòrche, ma puòrce, e similmente nemiche nemico fa nemice. Ovviamente si tratta di parole che terminavano in latino in -CUS al singolare e -CI al plurale.
Inoltre segnaliamo che, come in italiano, alcuni sostantivi sono solo plurali, per esempio: - le càveze i pantaloni,
-
l'ucchjèle gli occhiali.
Partitivo
Finora non abbiamo parlato degli articoli indeterminativi (nu per il maschile e na per il femminile). Hanno un plurale? No, in abruzzese il cosiddetto partitivo si esprime con il semplice sostantivo plurale o con l'articolo determinativo. Così diremo: - nu pésce un pesce
- li pisce dei pesci.
Oppure usando degli aggettivi (determinanti) indefiniti, che vedremo in seguito.
Con tutti questi nuovi elementi, possiamo ora comporre frasi dichiarative un po' più complesse. Vediamo qualche esempio: - le gatte è anemèle i gatti sono (degli) animali,
- vu séte bbardèsce voi siete (dei) ragazzi,
- nu séme nu noi siamo noi,
- ji é Mmarje séme cumbègne io e Mario siamo amici,
- li mure è lluònghe i muri sono lunghi,
- le ròse è bbèlle le rose sono belle.
Vocabolario
Sostantivi
la róse | rosa |
lu cumbagne | amico, compagno |
la chèse | casa |
lu llètte | letto |
lu/la mòrte | morto |
lu pésce | pesce (SL 45) |
lu péte | piede (SL 80) |
lu móshtre | mostro |
lu córe | cuore (SL 90) |
lu file | filo |
lu mure | muro |
lu pòrche | maiale, porco |
lu nemiche | nemico |
la cróce | croce |
la réte | rete
|
le càveze | pantaloni.
|
l'ucchjèle | occhiali.
|
Aggettivi
nóve | nuovo, -a (SL 183) |
àvete | alto, -a |
sène | sano, -a |
gròsse | grosso, -a (SL 27) |
rósce | rosso, -a (SL 172) |
fine | fino, -a; sottile (SL 35) |
brutte | brutto, -a |
lònghe | lungo, -a (SL 28) |
Indeclinabili e determinanti
é | e (SL 204) |
le | le |
li | i, gli |
Per andare oltre
La metafonesi è un fenomeno linguistico che caratterizza molti altri dialetti italiani. Nell'abruzzese modifica la vocale tonica per influsso di una I originaria latina seguente: ecco perché la vediamo in azione sui plurali di sostantivi e aggettivi che, in latino, terminavano per -I. In altri dialetti colpisce anche per effetto di una -U originaria. Basta andare nella valle Peligna, o nella montagna teramana, per trovare queste condizioni. Per quanto riguarda gli esiti, le vocali alte [i], [u] non metafonizzano; le vocali medio-alte [e], [o] generalmente metafonizzano innalzandosi ulteriormente a [i], [u]; mentre distinguiamo tre tipi di esiti metafonetici per le medio-basse [ɛ], [ɔ]. Mentre in ortonese e in altri dialetti abruzzesi queste vocali dittongano (è diventa jè, ò diventa uò), nella koiné i dittonghi si trasformano ulteriormente in monottonghi i, u. Avremo così, nella koiné, li pite i piedi, li murte i morti. In aquilano, invece, le medio-basse si innalzano: ju pèe : ji péi il piede, i piedi, mòrta : mórtu : mórti morta, -o, -i (qui la metafonesi agisce anche da -U, quindi al maschile singolare rispetto al femminile). Infine, la [a] metafonizza in [ɛ] in ortonese, in [i] nella koiné (la mane : li mine la mano, le mani) ma resta inalterata in aquilano. Per ulteriori dettagli sulla distribuzione delle varie forme di metafonesi in Italia, si veda questa pagina.
Esempi
In questo video la canzone Supereroi dell'artista Mr. Rain ha un coro in abruzzese (varietà teramana) che attacca con la celebre frase "Nu sem nu" noi siamo noi, la quale andrebbe piuttosto scritta nu séme nu.
"Nu sem nu" è un motto dei tifosi del Pescara calcio.
6. La gatte shtè sópre a lu tàvele (Stare, stato in luogo)