Grammatica abruzzese

6. La gatte shtè sópre a lu tàvele (Stare, stato in luogo)


7. Shtjè sjèmbre a mmagnè
(Infinito, presente progressivo)

La conoscenza del verbo stare (shtjènghe, shtjè ecc.) visto nel capitolo precedente ci permette di introdurre un tempo verbale particolarmente usato. Si tratta del presente progressivo, che designa uno stato, un'azione che si sta svolgendo al momento presente. Ma per esprimere queste azioni abbiamo bisogno, oltre che del verbo stare, dell'infinito degli altri verbi.

Infinito

La forma all'infinito dei verbi è quella del vocabolario. In abruzzese esistono verbi regolari, i cui tempi e modi si formano seguendo uno schema di regole più o meno generali, e irregolari. A seconda della forma dell'infinito, distinguiamo quattro tipi (coniugazioni) di verbi.

La prima coniugazione è quella dei verbi con infinito in :

  • camenè camminare,
  • magnè mangiare,
  • parlè parlare, ecc.
La seconda coniugazione è quella dei verbi che fanno all'infinito in :
  • vedé vedere,
  • pjacé piacere, ecc.
La terza coniugazione presenta un infinito in :
  • durmì dormire,
  • murì morire, ecc.
La quarta coniugazione è quella in cui l'infinito ha l'accento sulla penultima sillaba:
  • tósce tossire,
  • crésce crescere,
  • pjagne piangere.

Presente progressivo

Il presente progressivo si forma dunque con l'ausiliare stare (a proposito : l'infinito di shtjènghe è shtè) seguito dalla preposizione a e dal verbo all'infinito. Esempi:
  • (ji) shtjènghe a mmagnè mangio, sto mangiando,
  • (tu) shtjè 'ccórre corri, stai correndo,
  • Giuvanne shtè 'ccamenè Giovanni cammina, sta camminando,
  • (nu) shtéme a ppjagne piangiamo, stiamo piagendo,
  • shtéte a ccapì? capite? state capendo?,
  • li bbardèsce ne shtè 'ttósce i ragazzi non stanno tossendo.
Osserviamo che la preposizione a si comporta esattamente come nelle locuzioni di stato in luogo: se preceduta da forme terminanti in e (shtjènghe, shtéme, shtéte) fa cadere questa e, oltre a raddoppiare la consonante seguente. Se invece è preceduta da forme terminanti con vocale tonica (shtjè, shtè), scompare essa stessa pur raddoppiando la consonante seguente. In questo caso scriviamo un apostrofo al posto della a scomparsa.

Pronomi interrogativi

Abbiamo già incontrato l'avverbio locativo ce e il suo uso. Nel capitolo 4 abbiamo pure incontrato il pronome interrogativo chi. Con quest'ultimo e la sua controparte per le cose che (+ RF), possiamo ora formulare domande e risposte del tipo:
  • che cce shtè a ècche? che c'è qua? ce shtè lu llètte c'è il letto;
  • che cce shtè a èlle? che c'è là? ce shtè na sjègge c'è una sedia;
  • che cce shtè 'bballe a lu Castèlle? che c'è giù al Castello? ce shtè na fèshte c'è una festa;
  • chi ce shtè 'llu cummune? chi c'è al municipio? ce shtè Ndònje c'è Antonio.
Come altri monosillabi atoni il pronome che si pronuncia [ki] o [kə] a seconda del contesto sillabico seguente.
  • che [ki] è? che cosa è? che c'è?
  • che [kə] cce shtè a ècche?

Altro pronome interrogativo è quèle, che però è poco usato, e sempre col verbo essere. Esempio:
  • quèle è la màchena rósce? qual'è la macchina rossa?
Come aggettivo interrogativo si usa invece che, nel senso di che, quale. Esempio:
  • che màchena è? quale macchina è?

Vocabolario

Nei paradigmi, la prima voce indica il tema tonico della 1ps., la seconda voce il tema atono della 2ps. (tra parentesi la forma dell'infinito quando è da questo derivata), l'eventuale terza voce il participio, se non deriva dal tema atono.

Verbi
camine : camenéme (camenè) camminare (SL 121)
magne : magnéme (magnè) mangiare (SL 93)
parle : parléme (parlè) parlare
véde : vedéme (vedé) vedere (SL 101)
pjèce : pjacéme (pjacé) piacere
dòrme : durméme (durmì) dormire (SL 107)
móre : muréme (murì) : mòrte morire (SL 109)
capisce : capéme (capì) capire
tósce : tuscéme (tósce) tossire
crésce : crescéme (crésce) crescere
pjagne : pjagnéme (pjagne) : pjande piangere
córre : curréme : corse correre

Sostantivi
la màchene automobile

Indeclinabili
che che (SL 12)
quèle quale

Per andare oltre

Non sarà sfuggito il fatto che il presente progressivo esiste anche in altre lingue. In italiano si forma pure col verbo stare, che però è seguito non dall'infinito ma dal gerundio (sto facendo). Stessa costruzione in spagnolo (estoy haciendo). Come vedremo in seguito, questa costruzione corrisponde invece al presente durativo dell'abruzzese. In inglese esiste il presente continuo formato dall'ausiliare avere più il verbo al gerundio (I am doing). Il francese invece usa al posto dell'ausiliare la locuzione être en train de al presente (je suis en train de faire).

Esempi

In questo articolo del quotidiano abruzzese Il Centro (2018) si parla di una campagna di sensibilizzazione ambientale che ha per titolo "Auà, chi sti fa?" (Auà, che shti 'ffà?). Si tratta di una frase interrogativa nella koiné pescarese, che presenta il tipico intercalare auà di quella città (letteralmente un imperativo guarda!). Ritroviamo poi il pronome interrogativo che, scritto seguendo l'effettiva pronuncia [ki] in questo contesto, seguito dalla 2ps. del verbo stare nella koiné, shti, e dall'infinito di fare, che nella koiné è invece di , con la a etimologica intatta. In ortonese avremmo detto e scritto: (Auà), che shtjè 'ffè?

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8. Vu fatijéte e ji magne (Presente dei verbi regolari, avverbi)