Grammatica abruzzese

7. Shtjè sjèmbre a mmagnè (Infinito, presente progressivo)


8. Vu fatijéte e ji magne
(Presente dei verbi regolari, avverbi)

E' giunto il momento di vedere la coniugazione del presente indicativo di tutti i verbi regolari. Mentre il presente progressivo esprime un'azione o stato che è in essere al momento presente, il presente semplice ha varie funzioni, tra le quali esprimere un'azione che è fatta con continuità, ed è spesso accompagnato da un avverbio.

Presente della prima coniugazione

I verbi "regolari" sono quelli che seguono uno schema ben definito di desinenze. Nell'infinito, abbiamo già riconosciuto un tema e una desinenza variable. Le prime tre "coniugazioni" (parl-è, ved-é, durm-ì) hanno tema atono e desinenza tonica. La quarta (córr-e) ha invece tema tonico e desinenza atona. Ora, per formare il presente, abbiamo bisogno del tema tonico. Ciò vuol dire che, per le prime tre coniugazioni, dobbiamo aggiungere un secondo tema. Nel caso di parl-è, questa seconda forma è pàrl-, nella quale è la vocale tematica (in questo caso la a nella penultima sillaba) ad essere tonica. A partire di due temi atono e tonico si ottengono tutte le persone del presente, secondo lo schema seguente:
  • (ji) parl-e (io) parlo,
  • (tu) pèrl-e (tu) parli,
  • (nu) parl-éme (noi) parliamo,
  • (vu) parl-éte (voi) parlate,
  • (X) parl-e parla, parlano.
La desinenza singolare è sempre la stessa, e atona, mentre al plurale abbiamo due desinenze toniche diverse. Il tema resta invariato, tranne alla seconda persona singolare, dove subisce la metafonia, come per la formazione dei plurali maschili di sostantivi ed aggettivi. In questo caso, la vocale tematica a passa ad è.

Vediamo esempi con altre vocali tematiche. Il verbo sfunn-è sfondare ha tema tonico sfónn-, per cui la coniugazione fa:
  • sfónn-e sfondo,
  • sfunn-e sfondi,
  • sfunn-éme sfondiamo,
  • sfunn-éte sfondate,
  • sfónn-e sfonda, sfondano.
A differenza dei temi in a, qui le differenze riguardano non solo la metafonia alla seconda persona singolare, ma anche il tema atono, cioè le forme plurali e dell'infinito, dove la ó scade ad u atona.

Altro esempio: penz-è pensare ha tema tonico pènz- e la coniugazione
  • pènz-e penso,
  • pjènz-e pensi, ,
  • penz-éme pensiamo,
  • penz-éte pensate,
  • pènz-e pensa, pensano.
La vocale tematica è passa ad per metafonia e scade ad e nel tema atono.

Ancora, pes-è pesare ha tema tonico pés-e e la coniugazione
  • pés-e peso,
  • pis-e pesi,
  • pes-éme pesiamo,
  • pes-éte pesate,
  • pés-e pesa, pesano.
La vocale tematica é passa ad i per metafonia e scade ad e nel tema atono. Le varie possibilità, cioè i temi tonici e atoni per le sette vocali toniche, sono riassunte nella tabella che segue. D'ora in poi scriveremo i paradigmi dei verbi giustapponendo le due forme tematiche, quella tonica della 1ps. e quella atona della 1pp. e eventualmente dell'infinito, così:
    pàrle : parléme (parlè),
perché è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per coniugare i verbi regolari.

Tema tonico Tema tonico Tema atono
Vocale tematica
(1-3ps.: des. -e)
Vocale metafonetica
(2ps.: des. -e)
Vocale protonica
(1-2pp.: des. éme, éte)
(inf.: des. )
puzz- puzz- puzz-
sfónn- sfunn- sfunn-
shtròzz- shtruòzz- shtruzz-
parl- pèrl- parl-
pènz- pjènz- penz-
pés- pis- pes-
fatij- fatij- fatij-

Da notare che nelle forme metafonetiche si hanno delle eccezioni, le stesse dei sostantivi ed aggettivi plurali. Talvolta la é tematica passa ad invece che a i, ad esempio in léve : levéme levare, che alla 2ps. fa ljève e non *live. Anche la ó talvolta metafonizza in invece che in u, ad esempio in vóte : vutéme girare, che fa vuòte alla 2ps. e non *vute.

Presente della seconda e terza coniugazione

La situazione non cambia coi verbi della "seconda" o "terza coniugazione". Anche per questi abbiamo due forme temaiche, quella tonica e quella atona, da cui si forma tutta la coniugazione. Le alternanze vocaliche sono le stesse riassunte nella tabella. Esempi:
  • véde : vedéme (vedé) vedere,
  • armène : armanéme (armané) restare
(eccezione: la a tonica che ci aspetteremmo nel tema tonico passa ad è [æ] in sillaba libera) per la seconda. Per la terza:
  • móre : muréme (murì) morire,
  • sènde : sendéme (sendì) sentire.
In questa coniugazione, moltissimi verbi sono in realtà "irregolari", per cui li vedremo in seguito.

Presente della quarta coniugazione

Anche la quarta coniugazione ha due temi, solo che il tema tonico si usa anche per l'infinito, e dunque quello atono è riservato alle sole persone plurali del presente indicativo. Così il verbo pjagn-e piangere si coniuga così al presente:
  • pjagn-e piango,
  • pjègn-e piangi,
  • pjagn-éme piangiamo,
  • pjagn-éte piangete,
  • pjagn-e piange, piangono,
in completa concordanza con la tabella. Per questa coniugazione possiamo scrivere l'alternanza dei temi come:
    pjagne : pjagnéme
(il primo tema è atono, il secondo tonico), essendo l'infinito di regola uguale alla 1ps. Con altre vocali tematiche:
  • crésce : crescéme crescere,
  • tòje : tujéme prendere,
  • scrive : scrivéme scrivere.
Tutto secondo la tabella.

Uso del presente

Il tempo presente semplice compare di rado da solo (al suo posto si userebbe il presente progressivo), essendo invece spesso accompagnato da un avverbio di modo, quantità o tempo. Per esempio, raramente diremo ji magne, a meno che non intendiamo sto mangiando (in questo momento), ma allora diremmo piuttosto shtjènghe a mmagnè. Potremmo, invece, dire
  • magne tròppe mangio troppo,
  • magne sjèmbre mangio sempre,
  • mó magne adesso mangio,
  • nen magne mè [nəm 'maɲ:ə 'mɛ] non mangio mai.

Vedremo altri avverbi in seguito, per il momento ci bastino questi.

Vocabolario

Verbi
sfónne : sfunnéme (sfunnè) sfondare
pènze : penzéme (penzè) pensare (SL 104)
pése : peséme (pesè) pesare
shtròzze : shtruzzéme (shtruzzè) strozzare
puzze : puzzéme (puzzè) : putute puzzare (SL 105)
fatije : fatijéme (fatijè) lavorare
léve : levéme (levè) levare
vóte : vutéme (vutè) girare
armène : armanéme (armané) : armèse restare
sènde : sendéme (sendì) sentire (SL 102)
tòje : tujéme (tòje) : tòte prendere
scrive : scrivéme (scrive) : scritte scrivere

Per andare oltre

Le eccezioni appena viste riguardo le forme metafonetiche dei verbi (2ps.) aventi é o ó come vocale tematica, ma anche nei plurali di aggettivi e sostantivi con queste vocali toniche (si veda il capitolo 5) sono casi particolari di un fenomeno fonetico abbastanza generale noto come isocronismo sillabico (IS), o anche differenziazione vocalica per posizione (DVP). In pratica, dove ci aspetteremmo una è o una ò etimologiche (provenienti da Ĕ o Ŏ latine, rispettivamente), possiamo invece avere le corrispettiva medio-alte é, ó se la sillaba è libera, cioè se termina con la vocale stessa. E' il caso delle 1ps. léve, vóte, o dei sostantivi e aggettivi péte, bbóne, ma in realtà queste vocali medio-alte derivano dalle corrispondenti medio-alte per IS/DVP. E quindi metafonizzano in , alle 2ps. o nei plurali maschili, esattamente come le è, ò che, in sillaba complicata, non hanno subito IS/DVP.

In alcuni dialetti l'IS/DVP può riguardare anche altre vocali: anche le medio-alte originarie (eredi di Ē e Ō latine) possono assumere esiti diversi in funzione della natura della sillaba. Nella koiné abbiamo vari esempi di dialetti dove si ha pèsce e non pésce (pur se da Ē) oppure ròsce invece di rósce (pur se da Ō) perché in sillaba complicata. Anche la [æ] ortonese è frutto di IS/DVP, poichè è l'esito di a in sillaba libera: abbiamo chèse e magne, pur se entrambe le vocali toniche derivano da A latina. Si veda questa pagina per maggiori dettagli sulla distribuzione dell'IS/DVP.

Esempi

Questa canzone del cantautore abruzzese Setak si intitola "E indande pjove" (é ndande pjóve) e intanto piove. Possiamo sentire questa frase all'inizio del ritornello, ad es. al minuto 1:50. E' un esempio di uso del presente semplice con un avverbio, di tempo in questo caso. Il verbo è pjóve : pjuvéme.

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9. Tjènghe na màchena nére (Presente del verbo tenere, complemento oggetto)