Grammatica abruzzese
8. Vu fatijéte é ji magne (Presente dei verbi regolari, avverbi)
9. Tjènghe na màchena nére
(Presente del verbo tenere, complemento oggetto)
Sfortunatemente, non tutti i verbi sono regolari, come quelli visti nel capitolo precedente. Un esempio di verbo irregolare già lo conosciamo: è stare, che ha un tema atono sht- (sht-è all'infinto, sht-éme, sht-éte alle 1-2pp. del presente), senza vocale tematica. Logicamente, non potrà avere un tema tonico regolare, per cui presenta le forme di 1-3ps. shtjènghe, shtjè, shtè. Vedremo come molti altri verbi irregolari hanno tema consonantico.
Verbo tené
Non è questo il caso di un verbo irregolare che ha il presente indicativo simile a shtjènghe : shtéme (shtè), cioè il quale è molto usato per indicare possesso, effettivo o anche figurato (per esempio, avere una malattia, avere X anni, avere paura). La coniugazione del presente è la seguente: - (ji) tjènghe io tengo, ho,
- (tu) tjè tu tieni, hai,
- (nu) tenéme noi teniamo, abbiamo,
- (vu) tenéte voi tenete, avete,
- (X) té (X) tiene, tengono, ha, hanno.
Notiamo che le forme toniche sono irregolari e simili a quelle di shtè, mentre le forme atone sono quelle regolari per vocale tematica é o è.
Complemento oggetto diretto
Il verbo tjènghe : tenéme è eminemente transitivo, può, cioè, reggere un complemento oggetto. In abruzzese esistono due modi di esmprimere il complemento oggetto (accusativo). Il modo diretto (COD) è usato con oggetti inanimati e consiste nel far seguire l'oggetto al verbo: - tjènghe na bbèlla bbiceclétte ho una bella bicicletta,
- tu tjè la fréve tu hai la febbre,
- Ndònje té na màchena nére Antonio ha una macchina nera,
- tjènghe paure ho paura,
- tjènghe cinguandatré ènne ho 53 anni.
Queste frasi soggetto-verbo-COD rispondono a domande con il pronome che + RF : - che tté Ndònje? [kə 't:e] che ha Antonio?
- che ttjè tu? [ki 't:jɛ] che hai tu?
- che ttjènghe? [ki 't:jɛŋgə] che ho?
Poiché questo pronome è atono, valgono le regole di pronuncia di e in armonia vocalica, già viste. Oltre che con un COD, possiamo rispondere a questo tipo di interrogazioni anche in maniera negativa assoluta, usando il pronome indefinito che incontriamo per la prima volta. Esempio: - tjè la fréve? none, nen tjènghe niènde hai la febbre? no, non ho niente.
Complemento oggetto indiretto
Nel caso di oggetto animato (persone o animali), il complemento oggetto è indiretto (COI), cioè è retto dalla preposizione a che ormai ben conosciamo. Esempi: - nen véde a Ggiuvanne non vedo Giovanni,
- shtjènghe a 'spettè 'Semóne aspetto Simone,
- aspettéme a Ssemóne aspettiamo Simone,
- ce manne a Ttumasse ci mando Tommaso,
- Rocche chjème a lu furnère Rocco chiama il fornaio.
Da notare che questo a "accusativo" è un po' diverso dalla normale preposizione: scompare ma non provoca RF se preceduto da vocale tonica (nell'esempio, spettè 'Semóne e non spettè *'Ssemóne). Invece come la preposizione, in generale provoca RF se preceduto da vocale atona (aspettéme a Ssemóne).
In questi casi, una domanda soggiacente può essere formata col pronome chi (senza RF), a cui però va ora preposta la preposizione: - a cchi shtjè 'spettè? chi stai aspettando?,
- a cchi ce mènne? chi ci mandi?,
- a cchi chjème Ròcche? chi chiama Rocco?
Anche in questo caso esiste una risposta negativa assoluta, col pronome indefinito il quale però si comporta come un oggetto inanimato, e non richiede la preposizione: - nen shtjènghe a vvedé nishune non vedo nessuno,
- nen ce manne nishune non ci mando nessuno,
- nen chjème nishune non chiamo nessuno.
Complemento di termine
La preposizione a espleta un altro complemento molto usato, quello di termine (dativo). Per dare qualche esempio con questo complemento abbiamo bisogno di almeno un verbo irregolare in più, e cioè il verbo Fortunatamente, la coniugazione di questo verbo è molto simile a quella di shtè: si tratta di un tema consonantico. Il presente si coniuga dunque così: djènghe dò, - djè dai,
- déme diamo,
- déte date,
- dè dà, danno.
Questo verbo può reggere un complemento oggetto ed un complemento di termine, normalmente secondo quest'ordine. Per esempio: - djènghe na méle a la cìtele do una mela alla bambina,
- déme sjèmbre na munéte a li puveritte diamo sempre una moneta ai poveri,
- Fabbje dè nu schjaffatóne a lu fratèlle Fabio dà uno schiaffo a suo fratello.
Vocabolario
Sostantivi
la fréve | febbre |
la bbiceclétte | bicicletta |
la munéte | moneta |
lu puverétte | poveretto |
lu schjaffatóne | schiaffo |
la paure | paura |
l'anne | anno |
lu/la furnère | fornaio, -a |
la méle | mela |
lu fratèlle | fratello |
lu/la cì(t)tele | bambino, -a (SL 39) |
Verbi
tjènghe : tenéme (tené) : tenute | tenere, avere |
djènghe : déme (dè) | dare (SL 128) |
manne : mannéme (mannè) | mandare |
chjème : chjaméme (chjamè) | chiamare |
aspètte : aspettéme (aspettè) | aspettare |
Indeclinabili
niènde | niente |
nishune | nessuno |
Per andare oltre
Quello che chiamiamo COI in queste pagine è caratteristico di molti dialetti centro-meridionali e, per estensione, dell'italiano regionale dei parlanti questi dialetti. Anche in italiano, cioè, sentiamo spesso dire, e forse diciamo, chiamo a Maria. Spesso stigmatizzato come errore grossolano, si tratta comunque di una costruzione diffusa e che viene catalogata come tale nelle migliori grammatiche italiane. In effetti ricorre anche nell'italiano dei parlanti centro-settentrionali, ma principalmente quando l'oggetto è costituito da un pronome personale o il verbo denota un processo mentale (a te chi ti ha chiamato?, a noi questa cosa ci preoccupa). Nella linguistica italiana, come si vede nella voce dell'enciclopedia dell'italiano della Treccani o in questo blog, si usa il termine accusativo preposizionale per questo complemento. E' diffuso anche in altre lingue romanze, tra cui particolarmente lo spagnolo.
Esempi
La canzoncina di questo video musicale si intitola "Tinghe tinghe tinghe". Si tratta della versione teramana (probabilmente varietà di Montorio al Vomano) della 1ps. del verbo tenere, che in ortonese, l'abbiamo visto, fa tjènghe. Anche in questo caso al dittongo ortonese corrisponde nella koiné un monottongo (tinghe). Nel ritornello possiamo ascoltare la frase e tinghe, tinghe, tinghe, sta cambanèlla tinghe, che gioca sul doppio significato di tinghe: è anche il suono della cambanèlle, la campanella. La frase in questione ci mostra un esempio di COD con oggetto inanimato.
10. De chi sjè lu fije? (Preposizioni (1), Pronomi personali complemento tonici)