![]() | Antonio Sciarretta's Toponymy |
10. De chi sjè lu fije? (Preposizioni (1), Pronomi personali complemento tonici)
Conosciamo ormai il complemento di specificazione, che permette di descrivere l'appartenenza ad un oggetto o una persona. Ma abbiamo visto che ciò non funziona con i pronomi personali. In questo caso abbiamo bisogno degli aggettivi e dei pronomi possessivi, che sono l'argomento di questo capitolo.
Aggettivi possessivi
Familiari con possessivo posposto
Vezzeggiativi
Pronomi possessivi
la mamme | madre (SL 42) |
lu patre | padre (SL 43) |
lu/la fije | figlio, -a |
lu fratèlle | fratello |
la surèlle | sorella |
lu/la nònne | nonno, -a |
la móje | moglie (SL 40) |
lu marite | marito (SL 41) |
lu/la spóse | fidanzato, -a |
lu/la cuggine | cugino, -a |
lu/la zije | zio, -a |
lu jènnere | genero |
la nóre | nuora |
lu/la sòccere | suocero, -a |
lu/la cunète | cognato, -a |
lu/la nepóte | nipote |
la famije | famiglia |
lu nóme | nome (SL 207) |
lu cugnóme | cognome |
Verbi:
accatte : accattéme (accattè) | comprare |
vénne : vennéme | vendere |
Il possessivo posposto o enclitico coi nomi di parentela è una vistosa caratteristica dei dialetti centro-meridionali, quantunque un tempo queste forme fossero presenti anche nel toscano e dunque nell'italiano antico. Oggi la sua diffusione arriva a nord alla linea Roma-Ancona, escludendo dunque i dialetti perimediani e quelli toscani. Verso sud, i possessivi enclitici scompaiono poco prima dello Stretto e sono assenti in Sicilia. In alcune zone, prevalentemente rivolte all'ovest della penisola, i possessivi enclitici possono accompagnare anche i sostantivi al plurale (aquilano fràdidi). Ma l'Atlante linguistico ed etnografico dell'Italia e della Svizzera meridionale (AIS), fondamentale opera del primo Novecento, segnala la forma plurale li frìtete (con metafonesi di a) anche per Crecchio, centro vicinissimo a Ortona.
La locuzione a la nòshtre, lett. alla nostra (maniera) è uno dei nomi autoctoni per designare il dialetto locale. La vediamo impiegata qui come titolo di una raccolta di poesie del vastese Giuseppe Perrozzi (1899-1973). Per inciso, il dialetto, la lingua locale (ad esempio, l'ortonese), lo si designa come la parlature nòshtre/urtenése, mentre un altro modo per dire in dialetto è a l'urtenése (manjère).
Tornando al nostro poeta, siamo in grado di tradurre quasi tutta la prima quartina della poesia "Lu gragnilatte", nonostante le tante particolarità fonetiche del vastese. Il primo verso recita "Lu saule chéuce, abbrîusce li cirvelle" (lu sóle cóce, abbrushe li cervjèlle) il sole scalda (cuoce), brucia i cervelli. Notiamo qui tre frangimenti vocalici tipici di tante varietà: in sillaba libera, au per ó, éu per ò (ó in ortonese e nella koiné), îu per u.
Il secondo verso recita: "lu marinare, nghi la pippe 'n macche" (lu marenère, gne la pippe mmócche) il marinaio, con la pipa in bocca. Ritroviamo la preposizione della koiné nghi invece dell'ortonese gne, e un ulteriore frangimento vocalico, quello di ó in sillaba complicata che diventa à.
Il terzo verso: "guarde l'acche di sotte a lu trabbacche" (guarde l'aqque de sótte a lu trabbócche) guarda l'acqua di sotto al trabocco, in cui, oltre all'appena citato frangimento, notiamo la preposizione impropria di luogo sótte a che già conosciamo, ed un ulteriore fatto fonetico locale (diffuso anche nel contiguo Molise), ossia [k:] (acche) per [k:w] (aqque). Lasciamo il quarto verso a più tardi, quando incontreremo il gerundio e gli aggettivi indefiniti.