Grammatica abruzzese

13. Quande vé Ggiuvanne? (Tempo)


14. Cushtù è nu bbrave ggióvene
(Dimostrativi)

Già nella prima pagina di questa serie abbiamo incontrato dei determinanti, cioè una sorta di aggettivi che però precedono - e non seguono - i nomi a cui sono riferiti: si trattava degli articoli. Ora è tempo di conoscerne altri, di solito chiamati aggettivi dimostrativi.

Aggettivi dimostrativi

Sono di tre tipi e ciascuno si declina per genere e numero, come gli articoli. Eccoli:
  • shtu, shta, shti, shte questo, questa, questi, queste,
  • chelu, chela, cheli, chele quello, -a, -e, -i,
  • ssu, ssa, ssi, sse codesto, -a, -e, -i.
La differenza tra le tre serie sta nella vicinanza o lontananza dei nomi cui si riferiscono. La prima serie, shtu ecc., implica vicinanza sia a chi parla che a chi ascolta, la seconda, chelu ecc., lontananza da entrambi, mentre la terza serie, ssu ecc., denota vicinanza a chi ascolta e lontananza da chi parla. Qualche esempio:
  • shtu chène è vvasse questo cane è basso,
  • chela pècure è nnére quella pecora è nera,
  • ssi cjèlle cande sjèmbre codesti (questi) uccelli cantano sempre.
Da notare che tutte queste forme sono sempre atone: l'accento cade sempre sul nome che segue, proprio come per gli articoli (e per questo esistono forme senza vocali che non siano e atone!). Un'altra particolarità: la vocale finale cade e la consonante raddoppia davanti a un nome cominciante esso stesso con vocale, esattamlente come accade per gli articoli:
  • chell'anemèle quell'animale,
  • chell'àquele quell'aquila.
In quanto determinanti, precedono pure quegli aggettivi qualificativi che a loro volta precedono il nome:
  • chelu bbèlle bbardasce quel bel ragazzo,
  • chela bbóna fémmene quella buona donna.

Pronomi dimostrativi

Oltre agli aggettivi appena visti, esistono altri dimostrativi che funzionano come pronomi. Anche di questi ce ne sono tre tipi, a seconda della vicinanza e lontananza dal parlanteo e/o l'ascoltante, ciascuno dei quali si declina per genere (animato maschile e femminile più l'inanimato) e numero (singolare e plurale). La prima serie è:
  • cushtù costui, questo (m.),
  • cheshtjè [ki'ʃtjɛ] costei, questa (f.),
  • quéshte questo (inan.),
  • quishte questi,
  • quéshte queste.
La serie di quello ecc. è:
  • cullù, chelljè, quélle, quille, quélle.
La terza serie, codesto ecc. fa:
  • cussù, chessjè, quésse, quisse, quésse.
Notiamo come tutte queste forme siano toniche, a differenza degli aggettivi, e che il singolare inanimato è sempre uguale al femminile plurale.

Questi pronomi funzionano sia come soggetto che come complemento. Vediamo qualche esempio:
  • cushtù è nu bbrave ggióvene costui è un bravo giovane,
  • chelljè è sòreme quella è mia sorella,
  • quésse è na bbèlla surprése codesta è una bella sorpresa,
  • ji fatije gne ccullù lavoro con quello, ecc.
Talvolta i pronomi sono pure usati per rafforzare il gruppo aggettivo dimostrativo + nome (senza aggettivo), nel qual caso possono perdere la sillaba atona. Abbiamo visto che possiamo dire shtu bbardasce, ma per rafforzare l'idea che si tratta di questo ragazzo e non, ad es., di quello, potremmo dire: shtu bbardasce qué(shte). Altri esempi:
  • chela fémmena quélle quella donna,
  • ssu cavalle qué(sse) codesto cavallo.
Sono espressioni ridontanti e un tantino arcaiche, spesso evitate nel linguaggio più moderno.

Aggettivo e pronome identificativo

Esiste anche un'altra classe di parole, simili ai dimostrativi, che però hanno bisogno sempre dell'articolo preposto. Sono
  • shtésse stesso
  • atre altro e
  • tèle tale.
I primi funzionano sia come aggettivi che come pronomi, e si declinano per genere e numero (quantunque tre forme su quattro siano identiche). Il terzo si trova per lo più come aggettivo e al singolare, ed inoltre ripristina la finale etimologica -u davanti a sostantivi maschili. Qualche esempio:
  • lópe é cchène té li shtisse pite lupi e cani hanno gli stessi piedi,
  • lu tèle juòrne il tale giorno,
  • n'atra galline, n'atru gallenacce un'altra gallina, un altro tacchino,
  • ne è ccullù, è nn'atre non è quello, è un altro,
  • lu vóve é la vacche è lu shtésse anemèle: une è màscule, l'atre è fémmene il bue e la mucca sono lo stesso animale: uno è maschio, l'altro è femmina.

Vocabolario

Animali (L'anemèle):
lu cèlle uccello (SL 46)
lu cavalle cavallo
lu vóve bue
la vacche mucca
la pècure pecora
l'agnèlle agnello
la crèpe capra
l'àsene asino
lu serpènde serpente (SL 49)
lu lópe lupo
la vólepe volpe
l'àquele aquila
la galline gallina
la galle gallo
lu gallinacce tacchino
la póce pulce (SL 48)
la mósche mosca
lu vèrme verme (SL 50)
lu màscule maschio (di animali)
la códe coda (SL 69)
lu còrne corno (SL 68)
la pénne penna (SL 70)
la scènne(le) ala (SL 84)

Verbi:
cande : candéme (candè) cantare.

Aggettivi:
bbrave bravo, -a
shtésse stesso, -a
atre altro, -a (SL 21)
tèle tale

Per andare oltre

Come la serie di chelu, anche le serie di shtu e ssu dovevano avere in passato una forma bisillabica atona: cheshtu, -a, -i, -e e chessu, -a, -i, -e. Ritroviamo una di queste forme cristallizzata nell'espressione a cchesht'óre a quest'ora (riportata da G. Finamore), oppure davanti all'aggettivo identificativo atre: chesht'atru bbardasce, chess'atra fémmene ecc. In certi dialetti, sembra che le forme bisillabiche siano (o fossero) la norma, come si evince dai dati dell'AIS, l'atlante linguistico che ormai conosciamo.

Esempi

Abbiamo già visto in un precedente capitolo la frase identitaria nu séme nu. In realtà c'è un seguito, che è stato pure citato dal cantante Vinicio Capossela, come riportato dal giornale online Il Pescara. Il detto completo recita (nell'ortografia qui seguita): nu séme nu, é qquande passéme nu, la ggènde dice: èsse quisse. Ora conosciamo tutti i termini: quande passéme nu è una subordinata temporale, col verbo passe : passéme (passè) passare; dice è voce del verbo dice : dicéme (dì) dire; èsse è uno degli avverbi di luogo tripartiti; infine quisse è il maschile plurale (matafonetico!) del pronome dimostrativo codesto. Il senso letterale della frase è noi siamo noi, e quando passiamo la gente dice: ecco questi. Detto di un gruppo di (giovani, di solito) maschi che si fa notare, ovviamente.

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15. Ze cunuscéme? (Pronomi personali oggetto atoni, riflessivi)