Grammatica abruzzese
23. Ce só ite p'accattè caccóse, ma nen só truvète niènde (Congiunzioni coordinative, Subordinate implicite, Avverbi di tempo passato)
24. Sóttele ggià détte: fìrmete!
(Imperativo, Pronomi personali enclitici)
In questo capitolo impareremo come dare ordini, attraverso il modo verbale imperativo.
Imperativo
Questo in abruzzese è molto semplice, coincidendo quasi sempre con la 2p, singolare (eventualmente con metafonesi) o plurale del presente indicativo. Rispetto al presente, l'imperativo non richiede il soggetto, e questa é l'unica differenza. Vediamo qualche esempio: - aspjètte, aspettéte! aspetta, aspettate,
- finisce, finéte finisci, finite!
- puòrte, purtéte! porta, portate!
Alcuni verbi fanno eccezione a questa regola, in quanto l'imperativo singolare non è identico alla 2ps. del presente. Per il verbo vaje : jéme (ì) andare, abbiamo - vjè tu vai (presente ind.), ma
- va vai! (imper.)
Similmente per facce : facéme (fè) abbiamo - fa fai!, diverso da
- fjè tu fai.
Per shtjènghe : shtéme (shtè) abbiamo - shta stai! al posto di
- shtjè tu stai.
Per rendere l'ordine più gentile, possiamo usare l'espressione - pe ppjacére per piacere, per favore, prego.
Quando l'ordine è in realtà una concessione, si può rispondere con grazzje grazie:- passéte! grazje! passate! grazie!
Proibizioni
Quanto ale proibizioni, che sono ordini al negativo, si fanno con il verbo all'infinito preceduto dalla particella nen, di cui vanno ricordate le particolarità fonetiche ed ortografiche. Esempi: - nen suffjè [nən ʣu'f:jɛ] non soffiare,
- ne mmenì [ni mmi'ni] non venire,
- n'arfjatè non respirare.
Pronomi personali enclitici
L'imperativo è spesso associato a pronomi personali che fungono da complemento oggetto o complemento. La particolarità è che, con l'imperativo, questi pronomi seguono il verbi e perciò sono detti enclitici. Le forme di questi pronomi sono le stesse di quelli proclitici, ossia: -me, -te, -je, -ve, -le, -ze. Qualche esempio: - puòrteme na cucchjère portami un cucchiaio,
- pe ppjacére, li bbardè(sce), arravéteve le mène per piacere, ragazzi, lavatevi le mani,
- déteje caccóse a ssu pòvere uajóne date(gli) qualcosa a questo povero ragazzo,
- fàttele avashtè fattelo bastare.
Oltre all'imperativo, questi pronomi proclitici possono anche accompagnare il verbo all'infinito, ad esempio dopo un verbo servile o in una subordinata implicita. Ma in questi casi occorre modificare foneticamente l'infinito stesso. Infatti, mentre diremo semplicemente pe mmagnè per mangiare, aggiungendo un pronome l'infinito prende una r e cambia la vocale tonica (secondo etimologia): - pe mmagnarle per mangiarlo,
- pe ffarle cumbarì per fargli "fare bella figura" (Finamore).
In regola generale, gli infiniti in -è (prima coniugazione) mutano in -ar-, quelli delle altre coniugazioni (-é, -ì, non tronchi) aggiungono solo la -r-: - vedérle vederlo,
- finirle finirlo,
- scrìverte scriverti.
Infine, i pronomi enclitici si trovano anche dopo pronomi. Casi tipici e molto usati sono: - ècchete eccoti,
- èssele eccolo (costì),
- ècculì (che deriva da una forma non usata *ècchele) eccolo qui,
- èllulì (< *èllele) eccolo là.
Combinazioni di pronomi
Possiamo trovare anche combinazioni di pronomi (oggetto e complemento) in posizione enclitica, ad esempio: - dàmmele dammelo,
- pe ddàrjele per darglielo,
ecc., in modo abbastanza simile all'italiano. La particolarità è che queste forme combinate enclitiche possono aggiungersi anche a verbi che non sono né all'imperativo né all'infinito, ma al passato prossimo. In questi casi, normalmente le due forme combinate, enclitica e proclitica, sono entrambe ammesse. Per esempio, la frase te l'ho detto potrà essere tradotta con - te le só détte, ma anche con
- sóttele détte,
in cui vediamo il gruppo pronominale aggiunto (prima o dopo) all'ausiliare só. Altro esempio: - me le shì dète me l'hai dato è equivalente a
- sìmmele dète,
nella quale però l'ausiliare cambia dalla forma atona shi a quella tonica sì Anche con le particelle "tuttofare" ne e ce: - ce le só mésse o
- sóccele mésse ce l'ho messo,
e perfino con combinazioni delle due: - ce ne só (n'asó) mésse o
- sóccene mésse ce ne ho messi.
Però queste forme combinate enclitiche funzionano solo con le prime due persone singolari dell'ausiliare. Per le altre, diremo regolarmente - te l'à dète te l'ha dato,
- ve l'avéme dète ve l'abbiamo dato,
- je l'avéte dète ce l'avete dato,
ecc.
Particolarità del verbo andare
Terminiamo questa pagina con alcune particolarità del verbo vaje andare che riguardano le subordinate implicite (viste nella scorsa puntata) e gli ordini all'imperativo. Quando vogliamo esprimere il fatto di andare a fare qualcosa, il verbo che esprime l'azione normalmente andrebbe all'infinito, infatti al presente diciamo vaje a ddurmì vado a dormire.
Anche nel caso di imperativo plurale, il verbo segue regolarmente all'infinito: - jéteve a ddurmì andatevi a dormire.
Ma dopo un imperativo singolare, al posto dell'infinito si può usare la 2ps. del presente, eventualmente metafonetica. Esempi: - vatte a dduòrme vatti a dormire,
- va 'ppuòrte vai a portare (Finamore).
Ricordiamo che la forma imperativa singolare va è tonica, quindi se seguita dalla preposizione a, questa scompare (sostituita da un apostrofo nella scrittura) causando il RF della parola seguente. Un'altro esempio di questo comportamento è con l'infinito (tonico) ì: - t'à da ì 'ddurmì devi andare a dormire.
Vocabolario
Verbi:
mócceche : muccechéme (muccechè) | mordere (SL 94) |
suche : suchéme (suchè) | succhiare (SL 95) |
spute : sputéme (sputè) | sputare (SL 96) |
armétte : armettéme | vomitare (SL 97) |
sóffje : suffjéme (suffjè) | soffiare (SL 98) |
arfjète : arfjatéme (arfjatè) | respirare (SL 99) |
addóre : adduréme (addurè) | odorare |
cumbarisce : cumbaréme (cumbarì) | fare bella figura |
pòrte : purtéme (purtè) | portare |
avashte : avashtéme (avashtè) | bastare |
cagne : cagnéme (cagnè) | cambiare |
duvènde : duvendéme (duvendè) | diventare |
cacce : caccéme (caccè) | estrarre |
préme : preméme | premere |
Sostantivi:
la grazzje | grazia |
lu pjacére | piacere, favore |
lu/la uajóne | ragazzo, -a |
lu/la signóre | signore, -a |
l'augurje, augurio |
Bevande (lu bbéve):
lu bbicchjère, lu grittje | bicchiere |
lu vétre, lu grittje | vetro |
la bbuttije | bottiglia |
la tazze | tazza |
lu vine | vino |
lu café | caffè |
lu latte | latte |
la bbirre | birra |
Indeclinabili:
Per andare oltre
Spesso l'imperativo è accompagnato dai nomi delle persone alle quali si comanda (o si proibisce). In tal caso, il nome compare in una forma vocativa, tipica delle parlate centro-meridionali, che si ottiene troncandolo dopo la sillaba tonica. Per esempio, il vocativo di Marie Maria è Marì!, quello di Giuvanne Giovanni è Ggiuvà!, quello di Ggiuvine Giovina è Ggiuvì!. Quando la sillaba tonica è la prima, il vocativo risultante avrebbe una sola sillaba, ed allora si fa spesso precedere da una interiezione come o: così il vocativo di Ndònje Antonio è piuttosto o Ndò!, quello di Pàvele Paolo è o Pà!. Nel caso di nomi in cui la vocale tonica è è derivante etimologicamente da a in sillaba libera, al vocativo si ripristina la vocale etimologica: Bbashtiène Sebastiano ma Bbashtià!. Le forme vocative si usano anche con i nomi di parentela e di mestiere: dottó! dottore, prufessó! professore, o mà! mamma, o pà papà, spesso precedute dall'articolo: lu mà! ma(e)stro.
Esempi
Qualche anno fa i distributori di carburante della provincia di Chieti si misero a parlare... in abruzzese. In questo video da Ortona e soprattutto in questo più lungo da San Salvo, si sentono distintamente vari ordini dati dall'automa: mitte li quatrine o la carte, combà, dìggete lu còdece, prime lu bbuttóne e, alla fine, cacce la carte. Ora sappiamo che mitte, prime e cacce sono forme di imperativo, rispettivamente dei verbi métte : mettéme mettere, préme : preméme premere (poco usato), e cacce : caccéme (caccè) togliere, tirare fuori, così come il neologismo dìgete (calco sull'italiano digitare, a sua volta calco dall'inglese). Infine, non ci sorprenderà il fatto che l'ordine all'imperativo sia accompagnato da un vocativo, cumbà, forma apocopata di cumbère compare.
25. Nóme dice ca z'à mòrte (Subordinate, Consecutio, Impersonali)