Grammatica abruzzese

31. Camenènne pe ffuòsse é ccatafuòsse (Aspetto intensivo, Gerundio, Participio presente)


32. Voccapèrte é ccocciatòshte
(Formazione delle parole)

Concludiamo questa serie con un capitolo sulla formazione delle parole, quelle classiche e i neologismi. Molte parole possono essere considerate derivate da altre di significato più fondamentale attraverso composizione oppure l'aggiunta di prefissi e suffissi.

Prefissi

Abbiamo già incontrato più volte alcuni tra i prefissi più usati, per esempio stra- e -ndra nel capitolo precedente. Un altro prefisso che ben conosciamo è ar-, che indica ripetizione e viene usato per lo più nei verbi, come in arvjènghe ritornare rispetto a vjènghe venire, armétte rimettere, vomitare rispetto a métte mettere ecc. Antichi prefissi, oggi non più produttivi, si trovano in tante parole ereditate dal latino, come diffìcele difficile rispetto a fàcele facile.

Suffissi nominali

Varie parole possono essere derivate da altre di significato più generale tramite suffissi. I più comuni e produttivi sono -étte (diminutivo):
  • sacchétte sacchetto da sacche sacco,
  • cellétte ecc.
-óne (accrescitivo):
  • pallóne pallone da palle palla,
  • baffóne, cavallóne ecc.
-èlle (diminutivo):
  • cambanèlle campanella da cambane campana,
-arèlle (diminutivo):
  • casarèlle casetta da chèse casa,
  • (deverbale) ridarèlle risata da ride ridere,
  • cchjapparèlle molletta per stendere i panni,
  • (da aggettivi) shturtarèlle un po' storto da shtòrte storto, ecc.
-ucce (diminutivo):
  • detucce ditino da déte dito,
  • vuccuce ecc.
-ézze, -izzje (astratti, collettivo):
  • amecizzje amicizia da amiche amico (meno genuino di cumbagne),
  • bellézze bellezza ecc.
-ète (participiale):
  • candète cantata da cande cantare,
  • calète calata,
  • capète scelta ecc.
-ése (dèmici):
  • urtenése ortonese da Urtóne Ortona ecc.

Altri suffissi sono stati usati storicamente per creare delle parole ma non sono più produttivi ai giorni nostri. Qualche esempio: -icchie (diminutivo):
  • mandrecchjóne (+ óne accrescitivo) strofinaccio,
-azze (accrescitivo):
  • vuccazze boccaccia,
  • shtuppazze canna, cerbottana,
  • guazze (da aqque) rugiada,
-aròzze:
  • cannaròzze gola da canne gola (antico),
-égne (aggettivi):
  • asprégne aspro,
-jère (parole italiane di origine francese):
  • ciumenjère, furashtjère, bbicchjère, ecc.

Intermedi tra queste due categorie estreme sono quei suffissi di cui il significato è ancora abbastanza trasparente, come -óse:
  • pauróse pauroso da paure paura,
  • pelóse peloso,
  • carashtóse caro, costoso,
-ute:
  • curnute cornuto da còrne corno,
-ije (collettivo):
  • malatije malattia da mèle male,
  • vrettije sporcizia, cumbagnije compagnia, purcarije porcheria ecc.
-ère (nomi di mestieri):
  • furnère fornaio da fórne forno,
  • trappetère frantoista da trappéte frantoio, ecc.
-atóre (attività):
  • sunatóre musicista da sóne suonare,
  • (strumentale) calatóre calata, discesa da cale scendere,
  • tiratóre tiretto ecc.
-(at)ure (deverbale):
  • camenature modo di camminare da camine camminare,
  • parlature modo di parlare, lingua, dialetto ecc.
-ande (deverbale):
  • candande cantante da cande cantare ecc.

Suffissi verbali

Il suffisso più usato per formare nuovi verbi a partire da sostantivi e altre parole, spesso con coloritura intensiva o frequentativa, è -iéjje. Questi verbi hanno un paradigma strano, con l'infinito in -iè. Ad esempio,
  • sbariéjje si rasserena : sbariè rilassarsi,
  • chjacchjeriéjje : chjacchjeriè chiacchierare,
  • mazziéjje : mazziè picchiare con un bastone.
Non più produttivo è, ad esempio, -iche, che pure è servito per creare mócceche mordere, morsicare, ciòppeche zoppicare, appìcceche attaccare.

Composizione

Dall'unione di un sostantivo e un aggettivo nascono espressioni e soprannomi come còcciatòshte testa dura. Un caso leggermente diverso è quello di voccapèrte che parla troppo e a sproposito (lett. aperto di bocca). Unione tra verbo e avverbio è il sostantivo fattappòshte strumento, oggetto dall'uso specifico.

Adattamenti, prestiti e neologismi

Ai tempi della maggiore vitalità dei dialetti, molti termini relativi ad oggetti, attività, concetti propri della modernità non esistevano. Solo alcuni, come apparécchje aeroplano, màchene macchina, spedèle ospedale, riutilizzano un termine già esistente in abruzzese, magari con significato leggermente diverso. Altri termini, compresi tutti quelli più recenti, sono stati presi in prestito direttamente dalla lingua italiana, con adattamento fonetico secondo le regole solite. Ad esempio, tutte le vocali atone saranno trasformate in e [ə] o, nel caso di o, u in u: lu musée museo, l'uneverzetà università, lu ggiurnèle giornale.

Ancora più recentemente, molte voci sono state adattate dall'inglese o altre lingue, quasi sempre come in italiano. Spesso in queste, l'abruzzese, che rifugge le terminazioni per consonante e preferisce l'accento tonico sulla penultima sillaba, inserisce una sillaba finale atona. Appartengono a questa categoria cumbjute computer, smartefònne smartphone, cecchinne check-in, ecc. Qualche esempio da ligue diverse dall'inglese: baghètte baguette, matriòsche matrioska, sambe samba. Ma praticamente ogni termine straniero può avere un corrispettivo abruzzese per adattamento fonetico. Questo si applica anche a nomi propri, di città, e persino di persona: Nujòrche New York, Tòchje Tokio, It(e)lèrre Hitler, Putinne Putin, ecc. Viceversa, prestiti antichi da altre lingue sono salvjétte tovagliolo (francese serviette),

Vocabolario

Turismo (li vjèje):
l'apparécchje aereoplano
lu bbijétte biglietto
la fermète fermata
lu ggiurnèle giornale
l'indirizze indirizzo
lu munumènde monumento
lu musée museo
lu rishtorande ristorante
lu spedèle ospedale
la malatije malattia
l'uneverzetà università
lu vjaje viaggio
la vacanze vacanza
spedisce : spedéme (spedì) spedire

Modernità (le nuvetà):
lu cumbjute computer
lu filme film
la fóte(grafie) fotografia
la sigarétte sigaretta
lu telefunine telefono cellulare
la televesjóne televisione
lu pòrte porto
lu presedènde presidente
la pulizzie polizia

Riassunto di Morfologia - Prima parte