Opi (Fagnano Alto)

Appunti sul territorio

La toponomastica

La montagna del Morrone
1. A nord dell'abitato si estende una piccola ma complicata dorsale, composta da due allineamenti inframezzati da un poco esteso altopiano, percorso da una vecchia mulattiera. Sull'allineamento di sinistra (ovest), spicca il còllë dë pèlbrë (832 m), il cui nome risulta completamente oscuro.

2. La seconda elevazione dell'allineamento di còllë dë pèlbrë è detta còllë mëlòbbrë (812 m). Questo nome presenta una interessante formante in -obre, che sembra richiamare addirittura una cospicua serie toponimica iberica, di origine ancora controversa. Per quanto riguarda l'Appennino, tale formante si confronta senz'altro con la variante metafonetica -ubro (velubro, colubro, ecc.), la quale presuppone un originario latino -uber/-ubris. Se la prima parte della specificazione va ricondotta a melo, il senso della designazione sarà in definitiva 'colle meleto', e la citata fomante avrà valore collettivo.

3. La valletta che in qualche modo segna il confine fra i tenimenti di Opi e di Ripa, altro villaggio nel comune di Fagnano, è detta forcèlla, come pure riportato sulle carte IGM, Forcella. Il toponimo è un diminutivo di forca, nel senso di 'valle a V'.

4. L'allineamento principale dell'altopiano che si estende a nord di Opi culmina con il còllë ru mërrónë (890 m), rocciosa cimetta che domina l'abitato. Il nome è riportato come contrada il Morrone sulla cartografia IGM, e riflette l'appellativo morrone assai vitale nell'Appennino Centrale, dove designa cime rocciose.

5. Fra il Colle del Morrone e la costa di Ceraso, saliva un sentiero che toccava la contrada delle vìgnë. Tale toponimo, trasparente, richiama la presenza di vigneti nella zona.

6. A destra della provinciale che va a Castello, si estende la boscaglia delle cèsë. Il nome è riportato come le Cese pure sulla carta IGM, e riflette chiaramente l'appellativo cesa, qui nel senso di 'bosco ceduo'.

7. Fra le Cese e la costa di còllë dë pèlbrë si trova una piccola regione pianeggiante e coltivata, nota come pèzza marìnë. Servita da una strada campestre che poi arriva fino a Termine, la contrada prende il nome da un composto di pezza 'misura di terreno coltivato', con una specificazione che richiama l'appellativo marina 'terreno acquitrinoso' o un personale 'Marino'.

8. A sinistra andando verso Castello, fra la provinciale e la frazione di Frascara, si trova un laghetto in località lë pràta, non segnato sulla cartografia IGM. Il nome della località è semplicemente un riflesso dell'appellativo prata 'pianoro coltivato', in origine neutro plurale di pratum 'prato'.

9. Non lontano dalle Prata, vengono segnalate le contrade di pèzzë rèffë e della càtëna. Il primo nome riprende l'appellativo pezzo 'porzione di terra coltivata', ma la specificazione è oscura, forse dipendente da un personale. Il secondo toponimo riflette la voce dialettale càtena 'tegame di coccio', probabilmente con allusione alla foma della contrada, che si estende su un dosso (850 m).


La montagna di Ceraso
10. La parte più bassa della Valle, attorno al tornante compiuto dalla strada per Bominaco, corrisponde alla contrada di mècërë (902 m). Il toponimo richiama la presenza di muretti a secco, detti macera (plurale metafonetico, mècërë), ricavati con le pietre di dissodamento. La cima spianata che si alza sopra la contrada (1052 m) è nota come còllë dë mècërë, e costituisce la seconda elevazione della montagna del Ceraso.

11. Ad est del Colle di Maceri, si eleva il punto più alto della montagna di Ceraso, detto per l'appunto còllë cëràscë (1060 m) ad Opi. Sulla cimata passa il confine con Tussio, ed anche il tenimento di Bominaco non è lontano. Il versante di questa montagna che guarda alla strada per Bominaco è semplicemente detto la sëlàgna la vàllë.


La montagna di Colma
12. La collina che sovrasta Opi, appena a sud dell'abitato, è chiamata còllë lùnghë ed è alta 953 m. Sulle carte IGM non è riportato il nome, che è un chiaro composto di colle e dell'aggettivo lungo, che allude alla forma.

13. La vecchia via che aggirava il Colle Lungo usciva dall'estremità meridionale del paese e toccava i terreni di mëtëzzànë. Tale toponimo appare di chiara origine prediale, per via del suffisso -ano, da un personale romano del tipo Metetius o simili.

14. Il cocuzzolo che si innalza affianco al Colle Lungo è di poco più basso di questo (928 m) ed è chiamato còllë vëllànë. Il toponimo allude certo alla presenza di piante di nocciolo, dette in dialetto , dal latino (nux) abellana 'noce (dellacittà di Abella)'. Ai piedi di detto colle si trova un serbatoio.

15. A confine con il Colle Vellana, in direzione nordest, si apre una valletta coltivata delimitata da una crestina rocciosa (958 m) e percorsa da un vecchio sentierino. Si tratta dei coltivi del còllë la vàllë. Questo nome è un chiaro composto che allude ad un 'colle' nei pressi di una 'valle'.

16. Al di là (nord) della crestina del Colle della Valle, corre la strada asfaltata per Bominaco, la quale transita lungo la vàllë, l'ampio corridoio che unisce Opi con il centro citato. Il nome designa la valle per eccellenza del territorio, ed è riportato come la Valle pure sulle carte IGM.

17. Sulla dorsale di Colma vera e proprio, dove transita il confine comunale fra Fagnano e Fontecchio, si trova, oltre il còllë pémmóndë (1069 m), la depressione di vàllë sòda (992 m), che in realtà appartiene interamente a Fontecchio. La valletta era coltivata, ma il nome risale evidentemente ad un tempo precedente alla messa a coltura, giacchè riflette l'appellativo soda 'non coltivato'.


Il Monte San Pio
18. La maggior area semi-pianeggiante appertenente al tenimento di Opi si trova a sud dell'abitato, laddove termina la catena di Colma. Si tratta della piana del càmbë dë ópë. Quest'area, dove si concentra il maggior numero di coltivi della zona, è probabilmente all'origine dell'insediamento di Opi e forse anche del suo nome, che in origine poteva senz'altro essere attribuito proprio alla piana. Quanto all'appellativo campo, esso designa semplicemente un pianoro coltivato.

19. Una parte dell'altopiano di Campo, costeggiata dalla mulattiera che aggira il Colle Lungo, è nota come lë vicènnë. Si tratta di un toponimo molto diffuso, che riprende l'appellativo vicenna 'terreno a rotazione'.

20. Il pianoro del Campo è chiuso verso sud dalla costa di prùttë, che separa così Opi da Pedicciano, altro villaggio del comune di Fagnano. Il nome della località pare riflettere un personale romano, il che appare giustificato dalla vicinanza con i coltivi del Campo di Opi e con l'antico sito del Monte. Da un punto di vista formale, il toponimo appare in forma locativa, con -ù- metafonetica, quindi da un più antico *Protti. Anche a San Pio, che confina con Opi proprio lungo questa contrada, essa è chiamata còsta prùttë.

21. Proseguendo verso l'alto sulla costa di prùttë, si perviene alla sommità del cosiddetto móndë sanpìë (947 m), cocuzzolo poco accentuato che domina l'altopiano che separa Opi da San Pio di Fontecchio, villaggio dal quale la località prende il nome. Sulle carte IGM è riportato lo stesso toponimo, M. S. Pio che, curiosamente, non è stato invece registrato a San Pio stesso.

22. Sulla costa del Monte di San Pio, si trovava, secondo i locali, il primo insediamento, forse antesignano di San Pio stesso piuttosto che di Opi. L'esatta località sarebbe chiamata ancor oggi macërèlla sandacëcìlia, ed il nome è significativo perché la prima parte richiama resti di muratura a secco, scambiati per 'macerelle' ossia 'muretti a secco', mentre la specificazione agionimica potrebbe risalire all'antica chiesa o parrocchiale dell'abitato diruto. Il sito dovrebbe corrispondere alla quota 936 m, una spianata poco sotto il culmine della montagna.

23. Ad est della cima del Monte San Pio, si estende un piccolo pianoro che prelude alla dorsale di Colma. Si tratta della contrada pémmóndë, così chiamata proprio perché 'ai piedi del monte (Colma)'. Il valico a 957 m dove transitava un sentiero per San Pio e la montagna di Fontecchio è chiamato càpë pémmóndë. Ancora oltre, si eleva il primo dosso della dorsale di Colma, chiamato còllë pémmóndë (1069 m).