Paganica (L'Aquila)

Appunti sul paese

Paganica è uno dei comuni aggregati all'Aquila nel 1927, prima della cui data comprendeva anche le attuali frazioni di Bazzano, San Gregorio, Pescomaggiore e Onna. Oggidì è sede di circoscrizione comunale.

La prima attestazione di Paganica risale al 981, relativamente al territorio della diocesi Forconese. Ma la storia della località è più antica, avendo conosciuto l'attività di San Giustino di Siponto il quale, dopo Teate (Chieti), operò anche a Forcona, che nel 576 divenne sede vescovile sostituendo la diruta Aveia. Le ville che concorsero all'incastellamento di Paganica erano insediamenti per lo più nati attorno ad altrettante chiese. Esse sono: Villa San Giustino, nei pressi dell'odierno cimitero, Villa Paganico (o La Fara), l'attuale 'centro', Villa San Bartolomeo a sudest dell'abitato, Villa San Pietro (o Margine), lungo la strada per Pescomaggiore, Villa Sant'Andrea lungo la stessa strada, Villa San Vittorino a sud dell'abitato nei pressi dell'attuale omonimo casale, Villa San Gregorio Magno forse a Campo Imperatore, Villa delle Caselle pure a Campo Imperatore o piuttosto nei pressi del cimitero di San Gregorio, Sant'Eufemia, ad ovest di Pescomaggiore, Villa San Tommaso, Villa Offidio ai piedi del Caticchio, Villa Santa Giusta che è Bazzano, Villa Sant'Angelo presso Tempera, Villa Santa Croce, Villa San Gregorio de fore, forse l'attuale San Gregorio, Villa Sant'Eutizio, Villa Perigo in contrada San Vincenzo, Villa Case di Lotte nei pressi di Aquilentro, Sant'Eugenio, Casale, Villa San Liberato ad Aquilentro, San Vigarios, Villa Pietralata, Villa Intervera che è Tempera.

Pare che la basilica di San Giustino a Paganica sia stata edificata su un preesistente tempio a Giove Capitolino. L'impianto attuale risale al sec. XII e risente di influenze dell'arte benedettina. Nell'abitato si trova Santa Maria Assunta, edificata sul preesistente tempio di Giove Paganico, da cui alcuni fanno risalire il nome dell'agglomerato, mentre San Gregorio (in loco detto sàndu rivóru) risale invece almeno al sec. XI. Il santuario di Appari si trova sulla strada per Camarda e dipende dalle visioni di una popolana (sec. XIII); nel 1877 fu scavato il pittoresco tunnel stradale.

Appunti sul territorio

Appartiene a Paganica un settore del Gran Sasso che si trova al di là dello spartiacque Aterno-Campo Imperatore (Tavo), e che quindi è stato inserito in questo Tomo. Il settore, oggetto di numerose controversie in passato con i confinanti Barisciano e Santo Stefano (cioè Baronia di Carapelle), confina anche con la provincia di Teramo.

Il confine del tenimento montano di Paganica è formato dalla cresta spartiacque di Campo Imperatore. Questa comincia da Monte Cristo (1928 m), prosegue con la Sella della Scindarella (1800 m) e la cima delle scendorèlle (2233 m), devia verso nordovest con la sella con l'Albergo di Campo Imperatore (2086 m), raggiunge il crinale con il Rifugio Duca degli Abruzzi (2422 m), piega a nordest con la Sella di Monte Aquila (2335 m), la cima di Monte Aquila (2495 m), torna a est con il vàdo (1924 m) ed infine con la cima di brancastèllo (2385 m), per poi proseguire oltre il Vado del Piaverano (2327 m) in territorio di Santo Stefano.

Le principali emergenze del territorio montano di Paganica sono di tipo turistico: il complesso di 'Campo Imperatore', gli alberghi ed i rifugi CAI, il complesso delle 'Fontari', quello diruto della 'Fossa di Paganica'. Ruderi notevoli sono in località sandoggìdio, mentre il ricordo della villa montana di San Gregorio è conservato solo nella toponomastica.

La toponomastica

La montagna delle Centorelle
1. Buona parte del tenimento 'alto' di Paganica è costituito da una grossa montagna che viene aggirata dalla statale n° 17 bis diretta all'Albergo di Campo Imperatore. Si tratta della montagna che sulla cartografia IGM è indicata come M. della Scindarella (2233 m), utilizzando il toponimo Scindarella che pure viene riportato, ad ovest della cima. In più, la carta CAI ha attribuito il nome S.la della Scindarella all'insellatura (1800 m) fra detta cima e quella di Monte Cristo. Queste designazioni dipendono dal toponimo locale scendorèlle, che in origine doveva indicare una località non troppo alta, visto che l'aerale del 'centonchio', anche detto 'mordigallina', una pianta erbacea dal cui nome dialettale esso deriva, non dovrebbe superare di molto i 1000 m.

2. Ad est della Sella della Scindarella, si estende la fóssa, un esteso bacino carsico chiuso (quota minima 1669 m), famoso per il tentativo di crearvi un insediamento turistico ('Campo Nevada'). Il toponimo, riportato come Fossa di Paganica sulla cartografia IGM, deriva dalla forma avvallata del pianoro.

3. La soglia che chiude ad est il bacino della Fossa è detto u strétto, con un diffuso aggettivo sostantivato. La statale n° 17 bis, superato tale passaggio, scende verso l'aperto Campo Imperatore: la prima località che si tocca sulla sinistra, poco prima del bivio per l'Albergo, è la gagliardèlla, costituita da alcune vallette poco accentuate. Anche questo toponimo riprende il nome locale di una pianta erbacea detta, per l'appunto, gagliardèlla.

4. Imboccato il ramo stradale per l'Albergo, si lasciano sulla destra i cóppi, la prima parte della piana di Campo Imperatore, per lo più appartenente a Santo Stefano. Sulla sinistra, invece, si trova subito un bivio per i ruderi di sandoggìdio, ovvero il complesso di Sant'Egidio (1700 m).

5. In cima ai ruderi, si trova la punta rocciosa (2076 m) indicata sulla cartografia IGM come M. S. Gregorio di Paganica. Ai locali è quasi ignoto il toponimo mónde san gregório, che dovrebbe risalire all'antica villa di San Gregorio Magno, che concorse alla 'fondazione' di Paganica prima dell'anno 1000 e che forse si trovava alle falde di detto monte. In effetti, sul versante settentrionale, si trova la località le casèlle, pure riportata sulla cartografia IGM col nome Caselle, che potrebbe essere il sito di una Villa delle Caselle che si trovava attorno al cimitero di San Gregorio. Nella zona ancor oggi vi sono però diverse baracche pastorali, le quali però potrebbero da sole spiegare il toponimo, visto che l'appellativo casella indica una 'modesta casupola', del tipo oggi chiamato tecnicamente tholos. Infatti, comunemente si riconduce il toponimo storico Villa delle Caselle alla località Caselle fra Pescomaggiore e Picenze, sede di interessanti insediamenti in pietra risalenti all'Età del Bronzo.

6. Circa 1 km dopo i ruderi di Sant'Egidio, si nota sulla destra della statale lo stagno (1637 m) detto u lagó, cioè il 'lagone', come riportato anche sulla cartografia IGM che aggiunge la variante L. di Pietranzoni, citando un personale presente anche nel toponimo Piano di Pietranzoni, una porzione dell'altopiano.

7. Aggirata una accidentata crestina che incombe sulla strada, si passa alle pendici di un'amena valle prativa, detta u ceràscio, per via della presenza di qualche pianta di 'ciliegio', in passato. Il toponimo è assente sulla cartografia IGM, mentre viene curiosamente attribuito il toponimo Costa Ceraso ad un'altura (1965 m, ma ancora nell'edizione del 1884 ne indicava le pendici) situata più a sud, a confine con Barisciano, dove del resto tale nome risulta sconosciuto (la citata montagna è ivi chiamata l'archètta).

8. Dopo la già menzionata località delle Caselle, è la volta dell'altra valle detta u schjoppatóre, delimitata a sudovest da una rocciosa punta (2199 m) sulla cresta della montagna delle Centorelle. Il toponimo potrebbe derivare da schjòppo, metatesi di scòppio, dalla voce latina scopulus, imprestito dal greco, 'scoglio', attraverso una formazione deverbale *schjoppàre, di significato incerto, ma forse equivalente all'italiano 'schioppare, scoppiare', per via del rumore prodotto dalle scariche di macigni a valle.

9. Dietro la citata crestina che chiude a ovest la località schjoppatóre, si entra nella zona delle fóndere, un ampio anfiteatro delimitato da una quinta di monti comprendente il crinale che funge da spartiacque verso Campo Pericoli, e la cima battezzata Monte Aquila (2495 m) dalla sezione CAI del capoluogo abruzzese. La regione è chiamata Fontari sulla cartografia IGM, che segna una Sorg.te Fontari non lontano dalla strada (1975 m). In effetti, il toponimo si configura come un plurale arcaico (suffisso -ora per i nomi neutri) di fonte, variamente adattato nella fonetica locale e negli adattamenti ufficiali.

10. A chiudere verso est l'anfiteatro delle Fòntora, si trova l'importante valico (1924 m) che mette in comunicazione Campo Imperatore con Casale San Nicola, attraverso un antico sentiero ripreso dall'itinerario CAI n° 6. Il valico è chiamato semplicemente vàdo, sottintendendo de córno, ovvero la montagna di Corno, la più elevata degli Appennini (2914 m). Anche la regione appena sotto il valico è ugualmente chiamata vàdo.


La montagna di Brancastello
11. Quasi del tutto sconosciuta ai locali di Paganica è la montagna indicata sulle carte IGM col nome M. Brancastello (2385 m), situata sulla catena spartiacque del Gran Sasso. E' stato sentito un dialettale brancastèllo, ma questo deriva evidentemente dalla designazione ufficiale, che sarà originaria del versante teramano.

12. Al di là della cima di Brancastello, sul versante termano si trova la chiesetta di Santa Colomba. Questo nome ritorna sul versante di Campo Imperatore, per indicare una regione pedemontana dove forse si trovava una cella eremitica frequentata dalla santa. Anche sulla cartografia IGM si riporta il toponimo Santa Colomba.

13. Una spianata che si trova alle pendici della cima di Brancastello, raggiunta da un sentierino che parte dal Lagone, è nota come stàzzo egliu lèbbre. Tale nome è riportato pure sulla cartografia IGM, come Stazzo del Lepre, ed è di evidente significato. E' probabile che l'uso dialettale dell'appellativo stazzo, affatto diffuso, dipenda dalla designazione ufficiale.

14. A confine con Santo Stefano, si trova un canale ghiaioso che scende dal valico fra Brancastello e le Torri di Casanova, il quale è chiamato Vado del Piaverano sulle carte CAI. Il nome dialettale del canale, assente sulle carte, è semplicemente le brécce.