Geo-storia amministrativa d'Abruzzo
Castel di Sangro (e S. Pietro Avellana)
In questa pagina ci occupiamo del territorio dell'attuale comune di Castel di Sangro, nonché di una parte del territorio di S. Pietro Avellana, in provincia di Isernia, che appartenne per breve tempo all'Abruzzo.
In epoca romana tutta questa zona andava con Aufidena, civitas che durante l'impero fu traslata proprio nell'attuale Castel di Sangro (l'oppidum sannitico era forse presso l'attuale Alfedena). La civitas di Aufidena sopravvisse alla tarda antichità ed ebbe pure un vescovo, ma andò poi diruta con l'alto medioevo. Il suo territorio fu spartito tra Valva, a nord del fiume Sangro, e Trivento, a sud. In pratica l'autorità dei rispettivi conti era talmente debole che in epoca franca emerse una dinastia comitale locale, quella dei Sangro. Il castello comitale, sul fiume, prese allora il nome di Castel di Sangro. Gli altri castelli sorti con l'arrivo dei Normanni furono Roccacinquemiglia, fondata dai monaci volturnesi di S. Maria di Cinquemiglia (che si erano estesi anche a sud del fiume con vari casali); S. Pietro Avellana, fondata dall'abbazia omonima insieme a vari casali tra cui, a nord del Sangro, S. Martino di Camarda e Cantalupo; e quello di Schienaforte. I feudi più a sud, Montalto, Collalto, ecc. furono aggregati dai Normanni alla provincia di Molise.
Con la crisi del Trecento restarono diruti S. Martino, Cantalupo e Schienaforte, trasformati in altrettanti feudi disabitati. Il primo fu in definitiva spartito tra Roccacinquemiglia e S. Pietro, il secondo andò a S. Pietro, il terzo a Castel di Sangro. Questo centro col tempo assorbì anche porzioni dei feudi disabitati che un tempo avevano costituito il territorio di Montalto, Collalto e Montedimezzo.
Durante l'intermezzo napoleonico la situazione amministrativa si semplificò drasticamente, con l'accorpamento dei feudi e di Roccacinquemiglia a Castel di Sangro, situazione che si è mantenuta fino ad oggi.
CASTEL DI SANGRO